2 GIUGNO, FAZIO: UN DISCORSO INCOERENTE

Girolamo Fazio

Girolamo Fazio

TRAPANI – Con un «Viva la Repubblica, Viva l’Italia, Viva la Sicilia, Viva Trapani!» (mancava un «e tutti giu per terra!») Mommo Fazio ha chiuso il proprio intervento nel corso della cerimonia del 2 giugno per la Festa della Repubblica. Un intervento che voleva volare «alto» ma che poi si è fermato di fronte ai tentennamenti e le contraddizioni di un primo cittadino «libero» (a suo modo) ma sempre braccio destro del PDL.


Nel proprio discorso il sindaco di Trapani ha fatto cenno alla «crisi» ed al presente di «grande incertezza, di grande difficoltà» senza, ovviamente, approfondire cause e colpevoli. Altrimenti avrebbe dovuto fare i nomi dei suoi amici politici.

Una «crisi» per la quale «agli Italiani vengono imposti enormi sacrifici», per i quali il primo cittadino invoca – per accordare la Chiesa – criteri si «giustizia sociale» (!), onve evitare «di aumentare in misura macroscopica il divario tra i ricchi … ed i poveri e dimenticati». Per Fazio, comunque, «dobbiamo accettare i sacrifici che ci vengono imposti, se essi servono per dare al nostro Paese (alias «sistema capitalista e liberista», NdR) quella stabilità che si rende indispensabile per non finire come la Grecia».

Fazio, tuttavia, pur «accogliamo pienamente» i tagli deliberati dal Governo Berlusconi, piange miseria, nel suo intervendo, quando sostiene che «non possiamo non sottolineare come i Comuni … siano oggi posti nelle condizioni di non poter intervenire per dare risposte e per alleviare quello stato di disagio sociale che investe una fetta sempre maggiore della popolazione».

Un accenno, quindi, alla politica «federalista» (promossa dal duo PDL-Lega), con la quale «il Paese Italia …, non solo dal punto di vista sociale, ma anche fisico, per un’idea di federalismo che finisce per penalizzare il Mezzogiorno».

Il sindaco di Trapani è parso voler entrare nel corrente dibattito sulla legge-bavaglio, esprimendo critiche sia a «chi vuole restringerne gli ambiti» della libertà, ma anche a «chi ne abusa». Per Mommo Fazio, infatti, non è «da una parte ci sono tutti i buoni e dall’altra tutti i cattivi».

Infine Mommo Fazio ha provato ad illustrare alcuni dei propri successi amministrativi («la rete idrica, le fognature…») ma anche lamentarsi del sistema – intriso nella società – di «coltivare il proprio piccolo orticello» utile solo ad aumentare «il potere di chi lo detiene» e «che ci ha solo portato sottosviluppo, sottomissione, degrado», senza – tuttavia – spiegare se e come lui si durevolmente intrevenuto per bloccare tale sistema.

Dopo parole così «alte», tuttavia, Fazio non ha trovato altri da individuare come nemici dello sviluppo se non i «i furbi, coloro che invece di lavorare si imboscano negli uffici».

Non è un nemico, quindi, chi manomette gli appalti
(il suo ex dirigente del settore tecnico Filippo Messina, ad esempio), chi accetta di incassare tangenti per agevolare un cambio di destinazione urbanistica (Villa Rosina a Trapani), chi permette che le assunzioni di personale temporaneo avvengano senza criterio se non la «amicizia» (vedi i vari Eventi sportivi svoltisi a Trapani) ma chi rende poco in ufficio. Peccato che così, da discorso da «statista», il suo, sia decaduto a discorso «da bar».

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