A TRAPANI SI SCONOSCE LA COSTITUZIONE
TRAPANI – Torna, a Trapani, il vento della compressione della democrazia e della partecipazione. E non importa se gli atti sono stati compiuti per una bonaria leggerezza (grave amministrare con “leggerezza”) o sono i pilastri di un piano strategico neofascista. Stiamo parlando di due recenti atti del sindaco di Trapani, avv. Girolamo Fazio coni quale vieta e/o limita l’attività dei Partiti e gruppi politici.
Il primo atto era, sino a pochi giorni fa, reperibile sul sito del Comune ed era inerente le modalità di svolgimento dell’attività politica in funzione del Referendum dello scorso 21-22 giugno. Sino a domenica 14 giugno sul sito comunale si leggeva “I partiti e gruppi politici presenti in Parlamento ed i componenti dei promotori dei tre referendum che vogliano effettuare attività di volantinaggio o installare banchetti devono presentare istanza in carta semplice al Sindaco…”.
E’ a tutti evidente che non si può limitare l’attività politica in funzione della rappresentatività, della presenza o meno in parlamento, né – in sostanza – escludere dall’attività politica quei Gruppi (Sinistra & Libertà, Rifondazione Comunista, Partito Comunista dei Lavoratori, ma neanche la stessa La Destra ecc, solo per fare alcuni nomi) che comunque raccolgono – in totale – circa il 15% dei consensi dei cittadini italiani!
Una svista, si sarebbero scusati Mimmo Fazio e Cinzia Bizzi (la portavoce del sindaco, pare autrice materiale dell’articolo sul sito) al consigliere comunale socialista Peppe Pellegrino quando questi (anche su nostra segnalazione), lunedì 15, ha posto verbalmente il problema politico. Una svista alla quale è stata immediata soluzione facendo sparire dal sito la precisazione “presenti in parlamento”.
Un problema stupido direbbe qualcuno poco attento a quelle forme che, a volte, ed è questo il caso, fanno sostanza.
Una “svista”, tuttavia, che il sindaco ha ricommesso appena quattro giorni dopo quando, nell’emanare la propria ordinanza n. 142 del 19 giugno 2009 (“Disposizioni a tutela e per la fruibilità del Centro Storico”) ha statuito che è vietato “collocare banchetti, gazebo ed installazioni mobili di qualsiasi genere finalizzate allo svolgimento di manifestazioni e/o attività di qualunque tipo, comprese quelle dei partiti politici e sindacali, nelle vie Garibaldi, Torrearsa, Corso Vittorio Emanuele”.
La “scusa”, anche stavolta, è la “tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica anche in funzione dell’agibilità e della sicurezza conservativa dei beni storici, artistici ed ambientali”.
Un’ordinanza che formalizza una sua, del sindaco, precedente e arbitraria statuizione (“L’Amministrazione per motivi di opportunità, logistici o di natura igienico – sanitaria può non concedere l’autorizzazione per alcune vie del centro storico e per alcuni siti”).
Motivazioni, quella della “opportunità” o della “natura igienico-sanitaria” che non stanno né in cielo né in terra quando si parla di manifestare.
Leggiamo sulla “Costituzione Italiana”, Carta che crediamo ancora valga più d’un foglio siglato da un “primo” cittadino: “Tutti (non solo i Partiti presenti in Parlamento insomma, NdR) hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” (art. 21), “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica” (art. 17).
Non crediamo proprio che i motivi di “sicurezza” indicati dal sindaco nella propria ordinanza siano adeguatamente “motivati” e riflettano il senso indicato nella Costituzione. Speriamo che qualcuno lo faccia notare al sindaco Fazio!
Come vorremmo che tornasse il Ciccio Briale di turno che, nel 2003, benché capogruppo di Forza Italia si lanciò (su nostra segnalazione, anche allora) in una clamorosa filippica a favore della libertà e contro il divieto di volantinaggio. Allora Fazio cedette e integrò una sua precedente ordinanza permettendo il volantinaggio anche nel Centro Storico ai Partiti Politici.
Chissà. Altrimenti, se sia il caso di rispolverare dagli archivi del Comune le dichiarazioni di Briale o se si debba giungere ad un intervento de Prefetto o del Presidente della Regione per la modifica in senso liberale dell’ordinanza.
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8 luglio 2009. Riceviamo una richiesta di rettifica da parte della sig.ra Cinzia Bizzi – portavoce del sindaco di Trapani – e, coerentemente alle regole deontologiche a cui, peraltro, non dobbiamo più sottostare grazie alla sig.ra Bizzi stessa la riportiamo:
“L’indicazione in ordine ai partiti politici presenti in Parlamento ed ai promotori del referendum proviene dalla circolare della prefettura sulla propaganda politica … mai detto da nessuno che si trattasse di una svista … L’Amministrazione, a seguito anche della richiesta del consigliere Pellegrino … ha eliminato l’indicazione che lei criticata, attribuendola al Comune, per evitare che qualcuno potesse fare interpretazioni fuori luogo”.