Alloggi Popolari: a Trapani, illegalità ed ingiustizia diffusa

Trapani, 8 gennaio 2014 – Con una serie di sette determine dirigenziali emanate a fine dicembre, a  firma del dott. Francesco Guarano, il Comune di Trapani ha «diffidato» sette famiglie trapanesi al «rilascio bonario ed immediato dell’alloggio indebitamente occupato», «entro 15giorni», «e conseguentemente, ripristinare lo stto di legalità nell’assegnazione degli alloggi ERP della Città di Trapani».

Ciò che colpisce è il ritardo con cui l’Amministrazione comunale «diffida» gli occupanti abusivi.

Dalla lettura della Determina n. 749 del 18 dicembre, ad esempio, si rileva che la signora Rosa B. occupa, inizialmente lecitamente, un alloggio popolare dal 2000 senza che abbia  che mai abbia mai provveduto a regolarizzare il proprio rapporto abitativo, sanando la propria posizione coll’IACP, per come sollecitato, da ULTIMO, con nota  del 3 dicembre 2002!

Analoga è la situazione della signora Rosa Maria V. , di cui si fa cenno nella Determina n. 786; la situazione di Antonino P., di cui alla Determina m. 787;  quella di Giuseppe La M., di cui alla Determina n. 788; e, ancora, quella di Salvatore N. (Determina n. 789).

In questi ultimi 12 anni dove sono stati al Comune ed allo IACP? Hanno «smarrito» la pratica o non la hanno «voluta» vedere?

Dalla Determina n. 763 si scopre, invece, che il sig. Maurizio M. occupa un alloggio abusivo, per come «scoperto» dalla Polizia Municipale  il 1 dicembre scorso; dalla Determina m. 764 che il sig. Andrea M. ne occupa abusivamente un altro, per come segnalato dall’IACP lo scorso 9 dicembre;

Le sette famiglie, tuttavia, avranno diritto a ricorrere, contro il provvedimento di «diffida», al TAR o al Presidente della Regione Sicilia, entro i prossimi «120 giorni». Si sostanzierà che la «diffida» ricadrà nel dimenticatoio e chi ha veramente diritto alla Casa Popolare continuerà a pagare un affitto privato o a convivere coi genitori.

Perpetrando il sistema di illegalità ed ingiustizia in atto nei confronti di chi «è utilmente collocato nell’apposita graduatoria, i quali si vedono  – scrive Guarano nella determina – ledere un diritto acquisito».

Un «diritto» che, a ben vedere, al Comune non interessa proprio di tutelare.

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