ARRIVA IL NUOVO AMMINISTRATORE APOSTOLICO

In questi giorni, in cui il Signore, attraverso la decisione del Santo Padre, mi ha rivelato «le sue vie» nel chiedermi un servizio delicato e difficile per la Chiesa di Trapani, capisco e accetto ciò che non avrei mai previsto e immaginato a questo punto della mia vita. Ma, nonostante la coscienza di assumere una responsabilità sicuramente segnata da fatica, sofferenza e sacrificio, mi accingo con gioia, con speranza e con entusiasmo a intraprendere questa nuova e inedita avventura, convinto che lo Spirito Santo mi conforterà e mi indicherà la strada giusta da percorrere per ricostruire, in questa Chiesa locale, un clima di serenità, di pacificazione e di rivitalizzazione della coscienza ecclesiale, per rimettere in gioco le enormi potenzialità di tutte le componenti del Popolo di Dio, con un rinnovato vigore e una incondizionata dedizione alla Chiesa che vive a Trapani. Ma sono, altresì, convinto che questo lavoro non potrò compierlo da solo; ho assoluto bisogno della collaborazione sincera, leale e convinta di tutti coloro che, con retta intenzione e profonda fede, vorranno offrire il loro aiuto a quest’opera di purificazione e di risanamento. Mi rivolgo, soprattutto, ai Sacerdoti e ai Diaconi, primi collaboratori del Vescovo, perché, al di là delle prove subìte e dei disagi sofferti, si sentano partecipi e protagonisti di questo progetto di ricostruzione del tessuto comunionale così gravemente compromesso. Occorre rilanciare, con tutte le risorse possibili, un cammino di integrazione, di dialogo fraterno, di collaborazione e di rispetto reciproco. C’è bisogno di uscire al più presto dal clima di disagio e di conflittualità cercando maggiore trasparenza nella gestione delle nostre istituzioni, di una più credibile ed efficace azione pastorale, e soprattutto di una più incisiva e permanente formazione spirituale presbiterale per aiutare, accompagnare, ispirare e sostenere il nostro popolo cristiano nel cammino di una fede profonda e convinta e che ha il sacrosanto diritto di non essere scandalizzato dai nostri comportamenti che possono provocare estraneità alla chiesa, presa di distanza dalla fede e risentimenti distruttivi. Dobbiamo aiutarci ad essere i testimoni del trascendente, i servi del Vangelo nella gratuità e nell’accoglienza fraterna. Da parte mia voglio offrire a questa Chiesa, con tutta l’anima e con tutta la mia lunga esperienza ministeriale, ciò che ho di più caro: il mio amore alla Chiesa, il mio stile di vita e di governo scevro da imposizioni, da preconcetti e da scelte autoritarie, teso ad educare alla libertà, all’auto-maturazione, all’umanizzazione dei rapporti ecclesiali, ma anche all’austerità, alla povertà e al rigore morale. Percorreremo insieme questa strada, attraverso una conoscenza personale più veritiera, attraverso la gioia di incontrarci e di lavorare insieme, attraverso incontri formativi e spirituali, per crescere nella donazione incondizionata della nostra vita alla causa del Vangelo e alle esigenze della nostra gente. E, insieme ai Sacerdoti, cercherò di sollecitare e di incrementare la collaborazione dei laici, che nella Chiesa non hanno solo un ruolo di “esecutori”, ma devono portare, nell’autonomia e nella peculiarità del loro carisma, un contributo decisivo e insostituibile alle scelte pastorali, sempre più incarnate nel vissuto culturale e sociale del nostro territorio. Il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II sarà l’occasione per una rilettura di ciò che deve essere la Chiesa nel nostro tempo, come lievito e segno di speranza, senza chiusure e irrigidimenti anacronistici. Ai Religiosi e alle Religiose chiedo preghiera e capacità di mettere il loro carisma a servizio della pluralità delle istanze di oggi. La profezia della vita consacrata si deve esprimere anche in una gestione più evangelica delle proprie Opere. Un saluto particolarmente deferente e cordiale a tutte le Autorità civili. So quanto sia diventato pesante e rischioso oggi gestire le Istituzioni pubbliche con autentico spirito di servizio al bene comune. Sappiano che in me troveranno sempre, senza discriminazioni di appartenenza e di colore politico, un compagno di viaggio attento, aperto, solidale e sincero, nel rispetto delle reciproche competenze e delle responsabilità istituzionali diverse, ma capace di collaborazione convinta e totale. Vengo, dunque, non nel segno della provvisorietà, anche se so che il mio mandato è a scadenza, ma con la volontà di “sposare” questa Chiesa, che la fiducia del Papa mi affida e che sento già di amare, nella volontà di compromettermi e di incarnarmi nel travaglio e nelle prove vissute con sofferenza, spendendo tutte quelle energie che il Signore mi vorrà concedere. Sono anziano, ma mi sento ancora un cuore giovane che sa meravigliarsi e godere di tutto ciò che il nostro Popolo ci dona con tanta disponibilità e saggezza. Aiutatemi sinceramente, accoglietemi con viva speranza. Vengo esclusivamente per svolgere un servizio che mi onora e mi gratifica. Non ho altro scopo o altre aspirazioni, se non quello di volerVi bene e di aiutarVi a ridare sapore e colore significativi a questa Chiesa trapanese, che, insieme con me, si preparerà ad accogliere il nuovo Vescovo. Con un abbraccio a tutti e una particolare benedizione.

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