Cantieri Navali: D’Angelo ritorna in gioco, protestano i lavoratori

Trapani, 11 febbraio 2015 – La notizia è una “bomba” che si abbatte sul futuro dei Cantieri Navali trapanesi. «I beni mobili dei Cantieri Navali rientrati nel fallimento della satin alla fine di un asta fallimentare durata parecchi mesi, sono ritornati nelle mani di Giuseppe D’Angelo che della Satin (fallita) ne era proprietario ed amministratore». A diffonderla uno scarno comunicato diffuso dagli ex lavoratori della CNT, reperibile integralmente sul sito del Partito Comunista Sicilia, che, a sua volta, rinnova «la solidarietà ai lavoratori», già fatti oggetto di un farsesco – per l’ingente e sproporzionato spiegamento di forze -«sgombero all’alba» nell’aprile 2012 mentre occupavano il Cantiere a difesa dei propri diritti (Vedi sito “Rifondazione Comunista”, per come tratto da “Il Manifesto”),

Cantiere Navale TrapaniCome Giuseppe D’Angelo e la sua nuova azienda, la “New Satin” possano rientrare in gioco non è chiaro.

Certo è che se D’Angelo, entro i 45 giorni dall’asta fallimentare, verserà al Curatore i 410 mila euro dell’offerta, gru, carrelli e tutte le attrezzature del Cantiere torneranno in mano sua.

Ma per farne cosa non si comprende. Le attrezzature, senza la disponibilità dell’area demaniale ove sono installate, sono inutilizzabili.

L’area demaniale dove insistevano i Cantieri della fallita CNT ancora non risulta assegnata. «La documentazione è al vaglio del Ministero dei Trasporti e vede coinvolte il “Cantiere Navale Drepanum” dei Ricevuto e la “Cooperativa Bacino di Carenaggio” composta dagli ex operai licenziati nel crack della Satin di Giuseppe D’Angelo», spiega Marco Bova su TP24 lo scorso 29 gennaio. Stranizza che, nonostante «negli ultimi due anni presso la Capitaneria di Porto è stata portata avanti una sorta di preselezione», al Ministero ancora … tentennino nell’aggiudicazione definitiva ancora da oltre un anno.

Come risulta strana la maniera in cui D’Angelo si è aggiudicata l’asta. «La vendita fallimentare del valore di 200.000 mila euro era stata aggiudicata (lo scorso 4 dicembre, NdR) dalla Corimac, un azienda marchigiana specializzata nella gestione e acquisizione di assets industriali internazionali, ma a pochi giorni dalla chiusura della gara, l’Ustica Lines ha presentato un rilancio al quale ha fatto seguito anche il “Cantiere Navale Drepanum” dei Ricevuto. Il giudice ha considerato troppo bassi i rilanci ed in tempo zero l’Ustica Lines ha ripresentato una nuova offerta, tuttora al vaglio: 300.000 mila euro per tutti i beni mobili», scrive sempre Bova su TP24.

Cantiere Navale Trapani«All’asta, infatti, era presente un rappresentante della Corimac che non ha presentato nessuna offerta, nonostante inizialmente sembrava molto interessata ai beni. Soltanto la Ustica Lines ha presentato delle offerte, ma ad aggiudicarseli è stato lo stesso protagonsita del fallimento: Giuseppe D’Angelo e la sua New Satin», denunciano i lavoratori dell’ex-Cantiere nel comunicato.

Dove abbia raccolto i 410 mila euro l’imprenditore già amministratore della fallita Satin e della fallita CNT non è dato a conoscere. Ma appare sicuramente strana quella che i lavoratori chiamano giustamente «Una fiera del paradosso» che li lascia «sgomenti»: non comprendono, scrivono, come «imprenditori falliscano e ritornino in gioco con estrema semplicità».

E nel frattempo, sempre da Marco Bova e TP24 – articolo del 28 gennaio -, giunge la notizia che si sarebbero sbloccati i lavori al porto di Trapani, girano cifre nell’ordine dei 5 milioni di euro: «L’appalto milionario che sta per partire è quello che interessa i lavori di ristrutturazione del bacino galleggiante che si trova all’interno dell’area dei Cantieri Navali». L’appalto era fermo, ricorda TP24, proprio «in seguito ad un ricorso della Satin».

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