Caso Ryanair e aiuti di stato illeciti: i trapanesi ne parlano su Facebook

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La sentenza della Commissione Europea che ha bocciato il contratto di co-marketing tra Ryanair e l’aeroporto francese di Montpellier, in condizioni estremamente simili a quelle dell’aeroporto di Trapani-Birgi, e di cui io ho dato notizia, ha scatenato gli opinionisti del web.

Onestamente mi ha fatto piacere che si sia affrontato, pubblicamente, un tema che non sia quello solito dei tramonti da cartolina. Mi sembra interessante, pertanto, riproporre alcuni commenti apparsi su Facebook. L’intento non è quello di sminuire posizioni che non condivido ma di dare loro una risposta articolata; in attesa di repliche, sicuramente garbate.

Un noto giornalista, in confidenza telefonica, ha sostenuto che «quest’accostamento [tra i due aeroporti] mi pare azzardato». Una posizione, questa, non isolata. «Ah, c’è stata una sentenza su Birgi e nessuno ne sapeva niente? E quando è stata condannata?», scrive L.S. su Facebook. La loro opinione sarebbe basata sul fatto che, al momento, non sarebbe in corso alcuna procedura di infrazione sul rapporto Ryanair – Birgi. Sarebbe come dire: finché non lo scoprono, il ladro può continuare a rubare, e fino a quando non lo condannano è perfino onesto !

C’è chi soffre di vittimismo: tutti sono contro la Città di Trapani !

A.R., fantomatico personaggio dietro il cui falso profilo, c’è chi immagina che sia un piccolo politico locale, la spara grossa: «le leggi, se impediscono la sopravvivenza di Birgi, vanno cambiate». Anche qui c’è convergenza da parte di L.S.: «La normativa europea è sbagliata. Punto. Ed è proprio da quando è stata redatta che Trapani è affossata».

L.S., probabile estimatore della Teoria Tolemaica, introduce nel dibattito un nuovo tema: i Trattati Europei sono stati appositamente redatti contro la Città di Trapani !

Per “leggi”, il sig. A.R., si riferisce al Trattato di Lisbona, la Costituzione Europea nei fatti. Cambiarla è semplice, basta seguire la procedura prevista dal suo articolo 48, commi 3 e 4: in sintesi, basta che si svolga un’Assemblea (“Convenzione”) internazionale che esamini il caso almeno per due anni e poi ottenga, all’unanimità, la ratifica da parte di tutti gli Stati membri per il nuovo testo proposto (!). Con la procedura “semplificata”, possiamo invece uscire direttamente dall’Europa, dalla moneta unica, dall’unione doganale e del libero transito di beni e persone. Un affare che ricorda quello del “Muoia Sansone con tutti i Filistei” (!). Insomma robetta per burocrati sucainchiostro.

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Credits: Archiwum Kancelarii Prezydenta RP – www.prezydent.pl

C’è chi fa i conti: le analisi costi-benefici vanno di moda

Tra commenti Facebook c’è quello di chi, F.M., fa “i conti della serva”: «In ultima analisi se non ho capito male, buttiamo 300 milioni all’anno di PIL provinciale e 3000/4000 posti di lavoro in centinaia di piccole imprese perché le Istituzioni Europee ed altri ci vietano di investire in marketing 2 o 3 milioni di euro per uscire da più di un secolo di ritardato sviluppo?». Roba da pazzi !

Viene da domandarsi, in effetti, come possano permettersi «le Istituzioni Europee» di decidere lì dove esercita la propria sovranità la Repubblica Popolare del Doneck, ops … di Trapani.

Appare esilarante leggere come qualcuno sia convinto che la Commissione Europea vieti il cosiddetto co-marketing. Nulla di più falso. Siccome, nel sistema capitalista liberista qual siamo col piacere un po’ di tutti, vige il principio della libera concorrenza il Commissario Europeo alla concorrenza si limita a mettere due paletti:

  1. fare dei bandi pubblici;
  2. non ritagliare i bandi pubblici addosso ad un operatore.

Insomma, dice lui/lei: niente trucchi e gioco delle tre carte !

F.M., che deve essere certamente uno specialista di economia aziendale, però insiste e ricorda che, dal giro d’affari lo Stato ci guadagni : «la sola IVA su 300 milioni è 66 milioni, più tutta l’IRPEF relativa e tanto altro». Sicuramente lui avrà in mano le statistiche delle Agenzie delle Entrate del nostro territorio ed avrà avuto modo di rilevare questi 66 milioni di nuove entrate annue per l’erario per il triennio 2014-17. Io, nella mia prevenzione, temevo invece che B&B, bar, ristoranti, tassisti, lavorassero quasi tutti “a nero”, che perfino i lavoratori del settore fossero costretti al “nero” (ai finti part-time, a rimborsare parte dello stipendio cartolare, ecc).

C’è chi vuole la socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei guadagni

Per l’utente di Facebook, riportiamo la parte iniziale dell’articolo 107 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea: «sono incompatibili con il mercato interno, […] gli aiuti concessi dagli Stati […] che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza».

Non sono assolutamente vietati «gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione». Anzi, se si stabilisce che la provincia di Trapani è una sorta di regione sottosviluppata (del resto di questo passo presto lo diventerà sottosviluppata, regione mai) è lecito ed ammissibile l’aiuto di Stato. Lo prevede il terzo comma dell’articolo 107 del Trattato citato.

Semplicemente, tali aiuti, vanno erogati in un percorso di rispetto della concorrenza, d’altro canto l’articolo 3 del Trattato di Lisbona ci ricorda che ci riconosciamo nella «economia sociale di mercato fortemente competitiva». Sono certo che, lettore, tu non sei un Comunista che contesta il Libero Mercato.

Sul tema insiste l’ex consigliere provinciale dei Verdi Giuseppe Ortisi: «Al di là dello stretto principio legalitario un giudizio sereno ed obiettivo, senza posizioni preconcette, dovrebbe essere basato su serie analisi del rapporto costi- benefici. E si potrebbe cominciare col chiedersi chi è danneggiato da un accordo di co-marketing? Credo nessun privato».

Secondo me, un uomo delle Istituzioni che inizia una frase con un «Al di là dello stretto principio legalitario» non dovrebbe avere già alcuna attenzione. Ma volendo spingersi ad entrare nel merito di una tale grave e superficiale affermazione, non si può che rispondere: e gli altri operatori del settore aereo, da Alitalia a KLM, da Easyjet a Vueling, fino ai piccoli operatori “virtuali” non sono danneggiati se tu assegni un contributo «da 2 o 3 milioni di euro» ad una compagnia terza? Quest’ultima avrà il vantaggio operativo di poter proporre tariffe più basse se, ad esempio, il 40% del suo fatturato viene dal cosiddetto co-marketing (illecitamente ottenuto).

La condanna di Ryanair sul caso Montpellier, viene per l’appunto per la denuncia presentata da Air France, privato danneggiato dal contratto illecito di co-marketing “ad personam”.

Si, però, l’Alitalia? No, mi spiace. La chiosa finale, di chì non sa argomentare e prova a cambiare discorso, non la commento. Si commenta da sé.

A mio parere, è ora di capire che Trapani è la punta d’Italia e che l’Italia deve puntare sull’Europa.

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