Chiesa del Collegio: Un capolavoro barocco mutilato

TRAPANI La Chiesa del Collegio, chiusa, per restauri, dal 1961, è stata riaperta solo un anno fa – Ma molti sono ancora gli interventi necessari per restituirla al suo splendore.

Una lunga storia di restauri non completati, una scenografia artistica che, seppure impreziosita dallo stile barocco, appare oggi triste e desolante.

Dal 3 di gennaio del 2003, la chiesa del Collegio è aperta al pubblico dalle ore 8,00 alle ore 12,00 e poi dalle ore 16,00 alle ore 20,00. Era stata chiusa, per lavori, nel 1961.

Questa chiesa è un prezioso capolavoro dell’arte barocca trapanese; si trova nella parte centrale della città tra il Corso Vittorio Emanuele e Via Roma. A costruirla, per incarico della compagnia di Gesù, fu l’architetto messinese Natale Masuccio, autore di opere dei gesuiti in altre città della Sicilia.

Attigui alla chiesa vi sono i locali dell’ex collegio, oggi sede del liceo classico” Ximenes”, e i locali del convento, in fase di restauro, che si trovano sulla Via Roma.

E’ senza dubbio una delle chiese più belle di Trapani come si può ammirare dalla preziosa ed imponente facciata restaurata nel 1991. Tuttavia essa presenta una lunga e travagliata storia d’interventi, di restauri, di dibattiti particolari, che esprime tutto un disagio e una crisi socio-politica che non è solo del secolo del barocco, ma continua a manifestarsi anche nei nostri giorni.

L’interno della chiesa richiede urgenti opere di restauro, molti quadri come quello di Pietro Novelli, destinato all’altare di San Francesco Saverio, oppure quello di Sant’Alberto e ancora quello dedicato alla Madonna di Trapani, si trovano provvisoriamente nella chiesa di Sant’Agostino nell’attesa di ritornare al loro posto originario, dopo il restauro.

La chiesa del Collegio presenta una planimetria basilicale a tre navate divise da colonne ed archi a serliàna; guardando verso la parte centrale, nell’abside, sopra l’artistico altare maggiore c’è un bel quadro scolpito a mezzo rilievo su candido marmo, che rappresenta la Madonna Immacolata, capolavoro d’Ignazio Morabiti. Sempre nella parte centrale si trovano sei pilastri tutti intrecciati di fogliame, di puttini ed arabeschi, fatti di marmo incastrato a mosaico rappresentanti i quattro elementi della natura.

Nel 1773 l’ordine dei Gesuiti fu soppresso e il convento passò sotto la giurisdizione del vescovo di Mazara, escluso il collegio i cui locali furono affidati al comune e successivamente adibiti come sede di tribunale e di scuole.

Si dice che l’arte barocca esprima la crisi della società rinascimentale, l’angoscia del dubbio, e che è considerata l’arte dell’introspezione psicologica dell’uomo oltre che l’espressione del suo dramma. A distanza di diverse centinaia d’anni gli elementi che caratterizzano l’arte barocca parlano ancora e si esprimono attraverso le vicende di questa struttura religiosa.

La crisi rinascimentale continua per i trapanesi anche nella società attuale; l’angoscia del dubbio è fortemente sentita da tutti quelli che si guardano attorno e non capiscono perché uno dei tanti beni monumentali e artistici di Trapani non sia stato restituito al suo antico splendore; l’introspezione psicologica dell’uomo d’oggi conduce ad una forma di disagio che è disappunto per gli ostacoli burocratici e amministrativi, e il dramma continua ad esprimersi nei ripetuti incontri fra i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni civili e religiosi.

Nell’ottobre del 2000 è stato organizzato un incontro da Italia Nostra, con la presenza del Vescovo, della Soprintendente, del Sindaco e dello storico dell’arte barocca trapanese, prof. Vincenzo Scuderi. Durante l’incontro si è posto l’accento sull’immenso valore artistico della chiesa del Collegio e si è rinnovato l’appello a chi ne aveva la competenza, affinché questo prezioso monumento potesse uscire dall’abbandono ed essere restituito ai cittadini in tutta la sua magnificenza.

Nel marzo del 2003, in occasione della venuta a Trapani del Presidente della Repubblica Ciampi, Mons.Antonino Adragna, parroco e vicario zonale, inviò una lettera aperta al Presidente, chiedendo un suo intervento per completare i lavori di restauro. Nulla di fatto.

Il cittadino o il passante che visita questa chiesa non può non provare un senso profondo di smarrimento, di desolazione, forse anche di rabbia per una scenografia artistica che si presenta ai suoi occhi in maniera incompleta, mutilata della sua antica bellezza.

“Quadro desolante. Certo! Ma non per questo siamo disposti a rassegnarci”. Parole proferite dai rappresentanti dell’associazione” Italia Nostra”.

Antonella

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