EPURATO TOTO’, TORNA LO STALINISMO!
PACECO – “Ieri è stata consumata la vendetta degli attuali dirigenti del Partito Democratico pacecoto contro i consiglieri comunali che, un anno fa’, hanno votato la sfiducia al Sindaco Plaja: non è stata accolta la loro accettazione di candidatura nella lista ufficiale del Partito (alle comunali di Paceco, NdR); si pretendeva di relegarli in una seconda lista che non comprende nessuno degli attuali dirigenti del Partito”. Così inizia una nota scritta da “I membri del direttivo eletti con la lista n° 2” lo scorso 21 maggio ed indirizzata ai deputati regionali on. Baldo Gucciardi e Camillo Oddo, al vice-segretario provinciale Dario Safina, al segretario del circolo PD di Paceco Gaspare Salerno.
Continua la nota: “Sebbene la lista ufficiale fosse incompleta (17 nomi) non c’è stato posto per Totò Pellegrino che ha rifiutato la candidatura nella seconda lista perché si è sentito leso nella propria dignità; e non c’è stato posto per Piero Valenti che, dopo aver rifiutato, all’ultimo minuto, per offrire comunque uno sbocco politico, ha accettato la candidatura nella seconda lista.
E’ una espulsione mascherata, una epurazione stalinista eseguita con metodi subdoli e ci dispiace che la segreteria provinciale, sebbene puntualmente informata, non abbia fatto abbastanza per evitarla.
Noi ci riconosciamo nel Partito Democratico e nelle sue regole ma non accettiamo veti e non riconosciamo gli attuali dirigenti pacecoti che, anche attraverso organismi illegittimi, stanno trascinando il Partito verso una deriva devastante.
Per le suddette ragioni, ci dimettiamo dal Direttivo del Circolo di Paceco del PD.
Due o tre membri del gruppo non si dimetteranno ma resteranno a titolo personale.
Ricordiamo ai nostri dirigenti provinciali che, senza il nostro determinante contributo, la probabile vittoria elettorale comunale non sarebbe a portata di mano e cogliamo l’occasione per ribadire che continueremo ad offrire il nostro massimo impegno a sostegno del candidato sindaco Biagio Martorana e del candidato alla presidenza della provincia On. Camillo Oddo”.
Questo documento segue d’un giorno quello inviato da Totò Pellegrino, senza frutti, alle stessi qualificati rappresentati del PD. Scrive Pellegrino “Due mesi fa’ vi abbiamo invitati a farvi parte attiva in un incontro di pacificazione che si sarebbe dovuto tenere subito dopo le elezioni regionali ma che, purtroppo, non c’è stato”.
“In questi ultimi mesi, abbiamo subito in silenzio un becero ostracismo fatto di mille soprusi e provocazioni ma quest’ultima prevaricazione no, non possiamo accettarla perché coinvolge la dignità personale”.
“Tre o quattro giorni fa’, discutendo con Casabella, avevamo accettato anche di candidarci nella seconda lista (alla comunali di Paceco, NdR) ritenendo che essa potesse contribuire a raccogliere più voti; poi ho capito che, invece, serve, con plateale ostentazione, per ospitare gli emarginati e, infatti, non si chiamerà “i Democratici” ma “lista di Totò Pellegrino”. Non ci sto. Io non ho posto e non pongo veti nei confronti di nessuno. Nella seconda lista ci vada chi ha veti da porre! E’ ovvio che il probabile rifiuto della mia candidatura nel PD mi renderà libero da ogni vincolo di partito”.
Per avere un quadro della vicenda che non tratta solo di Totò Pellegrino, ma di una maniera poco democratica (“stalinista” scrivono loro stessi) di trattare le “minoranze” dentro il PD, occorre leggere altri documenti.
In altra nota, del 30 marzo, a firma “I membri del direttivo eletti con la lista n° 2”, si legge “Alle elezioni del direttivo di circolo, tenutesi il 10 febbraio 2008, la seconda lista (quella di Totò Pellegrino, ndr), su 192 votanti, ha ottenuto 66 voti pari al 34,4%; tenuto conto di questo dato, abbiamo fornito al segretario comunale 4 nomi da inserire nel costituendo esecutivo che sembrava sarebbe stato formato da 12 persone”.
“Dal Giornale di Sicilia del 26 marzo 2008 abbiamo appreso (ed il dialogo interno? NdR) che l’esecutivo è costituito da 16 persone e che i rappresentanti della seconda lista sono soltanto due. Nessun rappresentante della seconda mozione nel “gruppo trattative” e due rappresentanti nell’esecutivo di 16 membri ci sembrano proposte assai lontane dagli impegni assunti nella assemblea sopra citata. Complessivamente, dalla proposta del segretario, oltre al palese mancato rispetto degli impegni pubblicamente assunti, emerge la volontà di sospendere la democrazia interna per mortificarci e provocare la nostra reazione”.
Insomma il PD, a Paceco, ma probabilmente anche altrove, non solo non è aperto alla “società civile” (ma è solo la sommatoria, a freddo, di Margherita e DS) ma è anche centralista e determinato ad “epurare” chiunque non la pensi come i dirigenti. …. Il “nuovo” che avanza, insomma.