Europee, Spagna: Il Partito Umanista raddoppia

Madrid, 29 maggio – Sono state 39 le formazioni politiche che si sono confrontate, in Spagna, nella competizione elettorale per le Europee. Ben 27 di queste, però, han ottenuto percentuali inferiori, per ciascuna, all’1%.

Una “frammentazione” certamente aiutata da una legge, quella iberica, che prevede un sistema elettorale proporzionale puro e alcuna soglia di sbarramento e che garantisce, quindi, una maggiore rappresentanza, nell’Assemblea Parlamentare, di una maggiore ricchezza di idee e di cittadini che si trova il rappresentate più vicino al proprio sentire: se in Italia sono stati, ad esempio, solo 6 i Partiti che han ottenuto seggi (con lo scandalo di Fratelli d’Italia fuori dal Parlamento benché rappresenti oltre un milione di elettori), in Spagna i Partiti ad eleggere dei rappresentati sono stati 10.

L’ultimo ad ottenere il seggio è stato un movimento ecologista (Primavera Europea) che porta, con i propri 299mila voti l’1,9%) un rappresentate a Brusselles. Tutti i risultati spagnoli, con la lista dei partiti presenti, sono consultabili QUI.

D’altro canto lo sbarramento lo si incontra solo in 10 dei 28 paesi europei chiamati alle urne: Grecia (3%), Italia, Svezia ed Austria (4%), Rep. Ceca, Croazia, Slovacchia, Ungheria, Lettonia e Lituania (5%)!

HUMANISTA: UN PARTITO IN CRESCITA

Fra i concorrenti al seggio, anche stavolta, dopo l’esperienza del 2009, il Partito Umanista. E’ possibile conoscere questa formazione politica consultando il loro sito web QUI.

Nonostante il risultato finale ottenuto dal movimento arancione non abbia permesso di raggiungere una rappresentanza, fra gli umanisti si respira aria di soddisfazione: il Partito (PH), infatti, nonostante l’elevato numero di competitori, ha raddoppiato il risultato del 2009 raggiungendo i 15.278 voti, ovvero lo 0,09% nazionale.

I risultati, in particolare, sono stati più soddisfacenti a Las Palmas (647 voti, 0,22%), Tenerife (559 voti, 0,20%), Alicante (856 voti, 0,15%), Isole Baleari (424 voti, 0,15%), Pontevedra (497 voti, 0,14%), Madrid (2.687 voti, 0,12%), A Coruna (513 voti, 0,12%). Fra le grandi città, oltre 1.300 voti ottenuti a Barcellona (0,07%) e 1.000 a Valencia (0,09%). Per il dettaglio nazionale si possono consultare i dati QUI.

LA VISIONE POLITICA: TUTTO E’ INTERCONNESSO

Arturo Viloria Funtes è il segretario generale e candidato capolista del Partito Humanista (PH), e così, pochi giorni prima del voto, si era espresso, nel corso di un’intervista, sul proprio programma politico: «Lo posso riassumere nella frase: “c’è futuro, se è di tutti e per tutti”. Attualmente l’Unione Europea sta favorendo un processo di accumulazione del capitale e del potere in sempre meno mani, questo processo è disumanizzante, dal momento che sempre più persone sono escluse dalla sanità, l’istruzione, i diritti sociali fondamentali».

Viloria propone un esempio concreto. Quello che sembra il più lontano interesse, difronte ai temi economici e della disoccupazione (oltre il 25% in Spagna) ma che invece, per l’esponente umanista, è strettamente interconnesso: «Anche nella questione dell’immigrazione è un disastro che accade, non si riesce a fermare la migrazione di massa nonostante che aumentino le recinzioni. Finché la grande disuguaglianza tra Africa ed Europa, per esempio, la gente cerca di un’opportunità. Bisogna impegnarsi per lo sviluppo di queste regioni. Inoltre, queste aree sono influenzate dalla politica che persegue, avidamente, il grande business. Se c’è una guerra in Siria, motivata dalla lotta geopolitica per le risorse, come farà la gente a non migrare?».

«Viviamo in un mondo dove tutto ci colpisce – insiste Arturo Viloria – e il futuro che non avremo suddivisione è quindi alcun futuro se è di tutti e per tutti».

Le soluzioni? Per Viloria la soluzione ai nostri problemi è ancora lontana ed, oggi, occorre partire dal piccolo. «Non abbiamo molta fiducia nella possibilità di riformare il sistema politico, ma piuttosto crediamo nella necessità di decentrare il potere e restituirlo ai cittadini con la promozione della democrazia di base, impostata nei quartieri e dove tutti possono unità decidere su questioni che li riguardano. E’ da quel livello in cui si può costruire una vera democrazia».

Siamo in Spagna e la giornalista, quindi, chiede l’opinione di Viloria sulla corrida, oggetto, per la inutile crudeltà intrinseca alla manifestazione, di polemiche da parte di sempre maggiori settori dei movimenti animalisti. La risposta ci appare significativa.

«Vediamo che si è sviluppata una consapevolezza in molte persone a rispettare l’ambiente e gli animali che sembra interessante – replica Viloria -, ma vorremmo contribuire a sviluppare una coscienza simile, ma non violenta, in relazione all’essere umano, un rifiuto viscerale di violenza economica, razziale, religiosa, di genere, esercitata da alcuni esseri umani contro gli altri. Questo sarebbe il segnale di un cambiamento culturale verso una società veramente umana. Generare e valorizzare un rifiuto completo contro la guerra è una priorità per noi».

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