Il Colpo di Stato di Sanremo

Nel pieno della notte, come i ladri, mentre metà del Paese era distratta dalle canzonette di Sanremo, dentro una Camera eletta con una legge dichiarata incostituzionale, e semi deserta per un ampio “Aventino” delle scarne opposizioni, un Partito di Nominati ha cambiato ha Costituzione di una Nazione.

Se non è in atto un “Colpo di Stato”, poco ci manca.

Politiche 2013La Costituzione non è una Legge dello Stato che si cambia a piacimento, a seconda la “linea politica” del Partito che ha vinto le elezioni. La Costituzione è il Quadro Democratico che regola un Paese. Non può essere modificata a “colpi di maggioranza” (ottenuta, alla Camera, alle Politiche 2013, per una differenza di appena lo 0,41%, meno di 125 mila voti su 47 milioni di elettori). La Costituzione è di tutti, deve essere adattata a tutti ed adottata da tutti i soggetti politici presenti nel Paese.

Eppure, sui giornali, sul web, se ne parla poco. Le tematiche spicciole per cui distrarsi, distrarci, non mancano.

Lo stesso Parlamento, eletto con una Legge incostituzionale e dove la Corte Costituzionale ha attestato la «eccessiva sovra rappresentazione» del Partito Democratico (!), come ci ricorda Repubblica, si appresta, a “colpi di maggioranza” a cambiare la Legge Elettorale, e dal “Porcellum” saltare all’ “Italicum” che, a ben vedere è semplicemente un “Porcellum” corretto.

Matteo RenziIn parole povere, questo Parlamento composto da deputati nominati grazie ad una Legge incostituzionale, sta stravolgendo la Costituzione di tutti, e si sta facendo una Legge elettorale “su misura” che permetterà, a chi detiene il Potere, di mantenerlo all’infinito.

Dal “colpo di stato” si passa al “Regime Dittatoriale” vero e proprio.

Dittatura? Vi domanderete. Ma se si vota, se ancora, dopo tutto, ci sono le elezioni, non ci può essere Dittatura.

La Democrazia, vi rispondo, non è un qualcosa che si coniuga appena con le Elezioni. Anche Saddam Hussein (eletto presidente dell’Iraq nel 2002 col 100% dei suffragi, come ricorda il “Corriere della Sera”) svolgeva le elezioni, ma nessuno di voi crede che in quel Paese vi fosse instaurato un “Regime democratico”.

Per essere “democratiche” le elezioni abbisognano di una componente essenziale. Non è neanche il sistema elettorale, lo sbarramento al 3% o al 5%, il premio di maggioranza ecc a rappresentare tale componente.

E’ la “par condicio”! E’ attribuire a tutti i soggetti politici del Paese, gli stessi mezzi finanziari e gli stessi spazi per propagandare il proprio progetto e i propri rappresentanti.

Ma questo l’aveva già spiegato bene, circa cen’anni fa, nel 1918, un grande uomo politico, Vladimir Lenin, nel suo “Democrazia e Dittatura”.

 

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