Il Consenso è truccato, la denuncia di Natale Salvo

clientelismo

«In un Paese che si vuole dire democratico, il Potere è legittimato dal consenso. Ne consegue che se il consenso è truccato, manomesso, estorto, comprato, non siamo più in una democrazia». Con queste parole, Natale Salvo ha introdotto la propria relazione alla conferenza su “Il Consenso Truccato” che s’è svolta ieri pomeriggio alla biblioteca comunale “Fardelliana” di Trapani organizzata dall’associazione “A Misura d’Uomo”.

«Il consenso – ha spiegato poi il relatore – può essere truccato in varie forme; alcune dichiarate illecite, altre ritenute, tuttavia, formalmente lecite».

«Comprare formalmente i voti è dichiarato, dalla legge, illecito. La legge punisce, ad esempio, “Chiunque, [che] per ottenere a proprio od altrui vantaggio … il voto elettorale … promette o somministra denaro, valori, o qualsiasi altra utilità, o promette, concede o fa conseguire impieghi pubblici o privati ad uno o più elettori”».

Natale salvo
Natale Salvo

«Poi – ha proseguito Salvo – abbiamo il “consenso truccato”, il “voto di scambio” che per la legge risulta lecito».

«Il primo sistema di manomissione legalmente lecita – a parere di Natale Salvo – è quello che viene “indirizzato” tramite i mass media».

«La forte concentrazione di “mass media” nelle mani dello stesso uomo, l’assenza di un sufficiente “pluralismo” dell’informazione, il “conflitto d’interessi”, fu contestato per anni all’ex-premier Silvio Berlusconi», ha ricordato Salvo, segretario dell’associazione “A Misura d’Uomo”.

«Ma se, indubbiamente, rappresenta un pericolo per la democrazia la concentrazione materiale di forti “mass media” nelle mani di una stessa persona, eguale pericolo rappresentano una miriade di piccoli e “deboli” mass media che per sopravvivere dipendono dal, chiamiamolo così, conforto, economico di un personaggio politico», ha sostenuto ancora Natale Salvo.

In proposito ha ricordato una massima giudiziaria che sostiene il suo stesso pensiero.

«Non v’è dubbio – scrive il Giudice – che è … astrattamente ipotizzabile un condizionamento della linea editoriale, sia nel senso che, fino a quando il rapporto economico sussiste essa (l’emittente televisiva Telesud, NdR) si mostra più tollerante e meno critica nei confronti dell’Ente finanziatore, mentre all’inverso, quando detto rapporto economico cessa, specie a fronte di una richiesta di rinnovo inevasa, essa si caratterizza di connotati più critici e pungenti, seppur leciti e legittimi» (dott. Fiammetta Lo Bianco, Tribunale Civile di Trapani, sentenza n. 948/2011 del 24/12/2011, procedimento Telesud, Marino, Giacomazzi, Torrente e Cammareri contro Fazio).

Comizio di Natale Salvo
Natale Salvo

Ma di maniere di “truccare” il consenso ne esistono anche altre. Entriamo nel campo del “clientelismo politico”. «L’Amministratore al potere, ad esempio, può designare un’impresa, piuttosto che un’altra, o un professionista “amico”, piuttosto che un altro, per svolgere un determinato lavoro e quindi per percepire un determinato reddito».

«Questo “potere” consente a chi amministra di avvantaggiarsi dal punto di vista elettorale perché crea consenso in chi ottiene, e in chi spera di ottenere, l’assegnazione di un lavoro urgente, l’offerta di un servizio, l’assegnazione di un incarico», ha spiegato Salvo.

«In questo caso – ha proseguito il relatore – il “voto di scambio” è legato ad un più generale ricatto occupazionale che permette, grazie alla disoccupazione, di acquisire grandi poteri sulla pelle, e grazie a volte alla complicità, di chi abbia bisogno».

«Dagli incarichi ai favori, il passo è breve. Siamo sempre dentro l’ambito del “voto di scambio”», ha aggiunto il segretario di “A Misura d’Uomo”, introducendo un’altra parte del suo intervento sulle condotte che creano “distorsioni” al libero consenso elettorale.

«Spesso il cittadino – ha sostenuto Salvo -, confuso nella burocrazia, ignorante dei diritti e delle regole, si rivolge al politico per “sbrigargli le faccende”. Il politico, naturalmente, poi, farà pagare l’interessamento con la richiesta del voto».

«Un Comune che funzioni, un URP che svolga veramente il proprio compito e non quello di mero centralino telefonico come avviene a Trapani, l’opportuna pubblicità delle procedure, lo snellimento delle stesse, sono, naturalmente, il migliore antidoto a questa forma di clientelismo politico», ha sostenuto Natale Salvo.

 Conferenza
Poco prima dell’inizio della Conferenza

«Una forma di controllo sociale sugli atti del Comune si ottiene con la pubblicazione degli atti stessi, in maniera sistematica, sul sito Web dell’Ente», ha sostenuto il relatore.

Concludendo la propria relazione, Natale Salvo ha denunciato i pericoli che si nascondono detro la recente riforma elettorale che, a parole, sostiene il voto alle donne ma che, di fatto, è uno strumento di controllo del voto.

«Chi pagherebbe un elettore se non fosse certo di ottenere il voto richiesto?», si è domandato il relatore.

«La riforma elettorale che consente il voto di preferenza plurimo, amplifica – ha sostenuto Salvo – la possibilità di controllo del voto. Al politico basta chiedere all’elettore di votarlo con una determinata accoppiata, diversa elettore per elettore nello stesso seggio, per sapere, in sostanza, nome e cognome di ogni elettore», atteso che ogni politico è in possesso, lecitamente, degli elenchi degli elettori e dei seggi in ognuno di esso vota.

Un quadro, quello esposto da Salvo, tetro per il “futuro della Democrazia” in Italia, forse troppo fin troppo pessimistico, ma che, comunque, consente di conoscere alcuni dei lati “oscuri” del Sistema e di vigilare affinché gli stessi siano resi … puliti e trasparenti.

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