LA COOPERATIVA FORSE NON E’ MAFIOSA

Norino Fratello

Norino Fratello

TRAPANI – Con tre ordinanze dello scorso 4 dicembre 2007, le n. 1881, 1882 e 1883, il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, Sezione Prima aveva accolto «la domanda di sospensione dell’esecuzione del provvedimento impugnato con il ricorso» dalla Cooperativa Sociale “Dimensione Uomo 2000” di Alcamo. Ora, con determina n. 587 del 18 dicembre scorso, il Comune di Trapani ha dato applicazione all’ordinanza del TAR, riassegnando gli appalti dei servizi sociali forniti dalla Cooperativa ed escludendo la Cooperativa “Consorzio Solidalia S.C. Soc. Onlus” di Trapani a cui erano stati assegnati i servizi in luogo della Dimensione Uomo.

Come forse si ricorderà la Cooperativa «che sarebbe vicina all’onorevole Norino Fratello, coinvolto alcuni anni fa in un’indagine antimafia, è risultata non in regola con la certificazione antimafia» (18 settembre 2007 – TrapaniOk).

Per essere più precisi, come riportano le ordinanze del TAR, dall’informativa della Prefettura di Trapani del 26 luglio 2007 «emergerebbero tentativi di infiltrazione mafiosa nei confronti della Cooperativa ricorrente».

La stessa, tuttavia, si era rivolta al TAR chiedendo «in prima battuta, l’annullamento della informativa della Prefettura che ha fatto scattare i controlli dell’amministrazione Fazio e poi la determinazione a rescindere il contratto perché la cooperativa non era in regola con la certificazione antimafia. “Dimensione Uomo 2000” ritiene di avere le carte al loro posto. Per la cooperativa, l’informativa prefettizia conterrebbe informazioni datate e per questo non potrebbe essere presa in considerazione. C’è anche la richiesta di risarcimento dei danni» (26 ottobre 2007 – TrapaniOk).

In effetti era vero che l’ex-deputato Norino Fratello era stato tra i soci della Cooperativa e sua moglie pure vice presidente della stessa ma ora, spiegava il legale rappresentante, non aveva più alcun rapporto col la stessa Cooperativa.

«L’ex deputato regionale Norino Fratello è stato condannato ad un anno e sei mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza è stata emessa ieri mattina dal giudice per le udienze preliminari di Palermo Antonella Consiglio. Fratello, assistito dall’avvocato Giovanni Palermo, ha deciso al termine delle indagini di chiedere di essere giudicato con il rito del patteggiamento» (24 novembre 2006 – TrapaniOk).

«Secondo l’accusa, il parlamentare avrebbe chiesto, in occasione della campagna elettorale del 2001 per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana, il sostegno della mafia. Voti in cambio dei quali avrebbe promesso denaro e posti di lavoro ai vertici della cosca mafiosa trapanese» (29 ottobre 2005 – TrapaniOk).

Secondo le ordinanze del TAR, presidente il magistrato dott. Giorgio Giallombardo «la determinazione del Comune di Trapani è stata adottata sul presupposto costituito dall’informativa prefettizia n. 339/2007/area1/antimafia del Prefetto di Trapani, la cui efficacia è stata sospesa con ordinanza n. 1746 del 6 novembre 2007 “… ai fini di una nuova, autonoma e complessiva rivalutazione in ordine all’effettiva ed attuale sussistenza di rischi di infiltrazione mafiosa…” e ritenuto che tale attività di riesame non risulta ancora effettuata e che sussiste l’allegato pregiudizio grave ed irreparabile» per la ditta era necessario «sospenderne l’esecuzione».

Insomma la Prefettura prima, il 26 luglio 2007 aveva dato per certo che «emergerebbero tentativi di infiltrazione mafiosa nei confronti della Cooperativa ricorrente», e poi, circa 3 mesi dopo, il 6 novembre, si era espresso che necessaria una «rivalutazione in ordine all’effettiva ed attuale sussistenza di rischi di infiltrazione mafiosa». Ma bravi!

Ed ora chi pagherà i danni economici alla Cooperativa per i gli oltre tre mesi di "servizio" persi?

Resta il fatto, comunque, che, secondo i "si dice" della gente la Cooperativa resterebbe in mano, nella sostanza, a Norino Fratello.

Si noti che – per come riporta nel dispositivo il Tribunale – «il Comune di Trapani, in persona del legale rappresentante pro-tempore, non si è costituito in giudizio».

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