LA POLITICA ED I CATTIVI MAESTRI …

Bartolo Pellegrino

Bartolo Pellegrino

TRAPANI – Pino Giammarinaro, e prima, Bartolo Pellegrino, Norino Fratello. Sono nomi di «pezzi da novanta» della politica di ieri, e, perché no, di oggi, di cui a vario titolo, sulla stampa locale s’è recentemente parlato. Tre nomi uniti, oltre che dalla comune attività politica, dall’enorme potere gestito e dai «problemi» giudiziari nei quali sono stati coinvolti. Tre nomi che, a dirla come Rino Giacalone, hanno responsabilità morali nella gestione della «cosa pubblica».

BARTOLO PELLEGRINO. «Bartolo Pellegrino, assolto ma non troppo», titola il pezzo di Rino Giacalone, sul mensile regionale «S». «Pellegrino è stato riconosciuto corrotto ma ha ottenuto la prescrizione», spiega il giornalista. Il procedimento oggetto dell’azione penale e dell’articolo è quello che «riguardava la corruzione compiuta attorno alla costruzione di alloggi in cooperativa a Villa Rosina, quartiere alla periferia di Trapani … terreni a destinazione agricola … poco alla volta cementificati … aree comprate per pochi spiccioli che subito diventavano oro per chi li acquistava», racconta Giacalone. Il giornalista è tutto chiaro: «è confermato che la mafia aveva concordato la riscossione e assegnazione di mazzette per il politico Bartolo Pellegrino, per il mafioso Ciccio Pace, e per il tecnico, Giuseppe Todaro».

Per i Giudici – conclude Giacalone – «gli elementi emersi indirizzano il giudizio ad una figura di politico che di certo non si sottraeva ad oscure relazioni di stampo affaristico-clientelare con il mondo imprenditoriale».

Norino Fratello

Norino Fratello

NORINO FRATELLO. «Norino Fratello, dopo il patteggiamento si torna in politica», è, invece, il pezzo del marsalese Giacomo Di Girolamo che appare sempre su «S» e sempre nel numero di giugno 2011. Per Di Girolamo, «Norino Fratello … è il re del terzo settore, in provincia di Trapani. Dà lavoro a piu’ di 500 persone. Vince gare quasi ovunque per l’assistenza agli anziani come per i disabili …». Pero, prosegue Di Girolamo, «secondo gli investigatori, si sarebbe adoperato in favore degli affiliati alla famiglia mafiosa di Marsala al fine di assicurare posti di lavoro per loro parenti e per favorire soggetti appositamente individuati nell’aggiudicazione di appalti pubblici».

Fratello, per queste accuse, «patteggia, il 23 novembre del 2006 una condanna a 18 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta in concorso». Ma, conclude, il giornalista: «Veniamo ai giorni nostri … Norino Fratello torna in politica con la nuova formazione di Noi Sud, … per la prima apparizione … sala gremita, inno nazionale … bagno di folla e applausi a scena aperta … ».

PINO GIAMMARINARO. Salvatore Vassallo, nel numero del 20 maggio 2011 di Monitor, fa un omaggio al leader politico salemitano. «Pino Giammarinaro era indubbiamente il re della sanità trapanese … si era ritagliato una fetta di potere enorme … è stato un uomo sentito nelle stanze che contano ed ha goduto della protezione di Totò Cuffaro e dei cuffariani. Ma non solo. La leggenda metropolitana vuole che ancora ieri avesse voce in capitolo nella nomina dei vertici della sanità trapanese».

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Oggi, forse, Pellegrino, Fratello e Giammarinaro non han piu’ il potere di ieri. Ma altri Pellegrino, Fratello e Giammarinaro si affacciano nella politica nostrana e nella gestione del potere economico, elettorale e decisionale politico.

Non si può credere, sperare, che la gestione della legalità debba essere lasciata nelle mani di forze dell’ordine o magistratura. Sono necessarie regole, valide per tutti, affinchè, domani, nelle nostre pagine si debba parlare di altri «re», piu’ o meno legittimi e legali, di sanità, volontariato, appalti ..

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