LA RYANAIR VOLANO DELL’ECONOMIA

Natale Salvo

Natale Salvo

TRAPANI – Sul n. 24 del 19 giugno 2009 del settimanale trapanese Monitor leggiamo un’interessante e condivisibile precisazione sul tema dello sviluppo della “industria” del turismo in provincia di Trapani. “Nei mesi estivi si aspetta un incremento considerevole di viaggiatori che sbarcano al Vincenzo Florio. Si fermano in pochi, ma intanto scendono a terra. Certo, una politica turistica più oculata sarebbe il massimo”.

Gli obiettivi della Ryanair per lo scalo di Trapani, infatti, sono 1.000.000 di passeggeri per il 2009 e il doppio per i due anni successivi.

Obiettivi che la Provincia regionale di Trapani premia con “tre euro per ogni passeggero”.

Soldi che la compagnia irlandese pretende mese dopo mese, salvo conguaglio a fine anno. Solo che da gennaio a maggio ha già fatto sbarcare 306.503 passeggeri e quindi tutto lascia prevedere che la scommessa l’abbia ampiamente vinta”.

Un milione di passeggeri, benché low-cost, se adeguatamente sfruttato può essere un notevole “volano” per l’economia di Trapani e della sua Provincia solo se, tuttavia, i passeggeri soggiornino sul nostro territorio e non usino Birgi solo come punto di arrivo/partenza per un loro soggiorno in Sicilia (con mete preferite le più famose – ma chi dice più belle? – e lontane Palermo, Catania, Siracusa, Agrigento, Etna).

Basta pensare al “boom” degli alloggi (dagli hotel a, soprattutto, ai b&b ed agli appartamenti privati), alla ristorazione (purché low-cost, ben vengano, in proposito, catene di self-service!).

Quindi ben venga l’investimento della Provincia (3 milioni di euro per il 2009! un terzo di quanto è costata la Coppa America in una sola settimana, nel 2005), se, però, agganciato ad una politica “aggressiva” di marketing territoriale che, sin dalle pagine web del sito della Ryanair, “acchiappi”i turisti e proponga le mete della nostra provincia: dal mare di San Vito Lo Capo e Favignana alle “rovine” di Mothia, Segesta e Selinunte, dalla silenziosa Erice alle naturalistiche “scoperte” dello Zingaro e delle Saline.

Tuttavia occorre investire, piuttosto che in costosi eventi “unici” nel recupero e nella valorizzazione di tali risorse, da quello dei mulini delle Saline, alla qualificazione della Litoranea Nord di Trapani (oggi solo un’arteria del traffico cittadino), nella rete locale di trasporti (stabilizzare la Funivia, potenziare i servizi bus per Segesta, Selinunte e, soprattutto, Mothia (oggi raggiungibile da Trapani attraverso un tortuoso tour via Marsala), tagliare i costi eccessivi per un turismo low-cost (15 euro, più il trasporto da Marsala o da Trapani, per raggiungere Mothia son una vergogna!), rendere disponibili nuove “attrazioni” (penso alle Chiese storiche di Trapani quasi sempre chiuse).

Il Comune di Trapani ha recentemente firmato, in convenzione (fino a quando è legittimo e non c’è un conflitto d’interessi?) col fratello del sindaco Fazio, l’apertura di un info-point a Trapani. Tutto sbagliato! Tutta colpa dell’età del sindaco e dell’ignoranza del fenomeno internet!

Passando dalle polemiche alle proposte: il Comune di Trapani (e la Provincia) potrebbero comprare spazi sulle “Guide alle Città” che sono scaricabili sul sito RyanAir (come hanno fatto i privati Trapani Taxi e l’Hotel Tonnara di Bonagia) e chiedere che oltre in inglese siano realizzate in francese, tedesco e, naturalmente, italiano. Dovrebbero, piuttosto che spendere soldi in inutili fiere (ma utili ai consiglieri ed assessori per un tour turistico…), comprare spazi (o almeno link al sito turistico del Comune) sul sito della Ryanair, potenziare il sito turistico del Comune, oggi fermo a 3-4 paginette e qualche foto ma che nulla dice degli “eventi spiccioli” (a partire dal couscous fest di via delle Sirene) cittadini (bisogna andare al sito istituzionale solo in italiano).

Naturalmente vanno realizzate serie convenzioni con la Curia ed apposite cooperative (scelte in maniera trasparente e forma pubblica) per l’apertura quotidiana delle chiese e dei tesori di San Domenico, Santa Rita, Maria dell’Itria ecc. Va sistemata subito la Torre Carosio (oggi nascosta da un cantiere) ed adibita a museo cittadino. Va riaperta l’ex cartoleria Pons ed adibita definitivamente a sede di mostre degli artisti, anche locali (vedi Morreale o del defunto Mario Cassisa).

La SAU (ora ATM) deve ripensare, potenziare e rivalorizzare il proprio servizio di noleggio bici (creando più posteggi in aree strategiche della città: dal Santuario della Madonna – Museo Pepoli a Piazza Jolanda che va valorizzata) con prezzi più abbordabili e prevedendo forme d’abbonamento. Correlarmente, almeno nel periodo turistico (primavera-estate) vanno previste piste ciclabili cittadine che ne incentivino l’utilizzo (pensiamo anche alla via Fardella, alla via Amm. Staiti (banchine?).

Va ridotto il traffico cittadino, va reso più ordinato e vanno combattuti gli strombazzatori dei clacson (vedi ai semafori appena diviene verde) che danno una immagine incivile ai turisti non abituati a questa “usanza”. Vannorealizzati dei servizi minimi diciviltà: dagli urinatori (a menochè sivoglia che i turisti urinino nelle piazze) a dei luoghi ove mangiare all’aperto (bivaccare, termine che piace alsindaco: ad esempio dentro la villa).

I turisti vanno seguiti sin dalla loro discesa dall’aereo. Un ufficio turismo va aperto agli arrivi di Birgi, dove va spostata la “mappa” della provincia che, assurdamente, si trova davanti i bagni delle partenze (a che pro?). Un ufficio che distribuisca guide e mappe (a colori, non a fotocopie come fa, con parsimonia, l’info-point comunale), ma anche suggerimenti. Vanno stampati e distribuiti gli orari dei collegamenti (treno,bus ecc) coi centri più importanti (San Vito, Segesta ecc) della Provincia. Vanno tradotti tutti i cartelli delle “fermate” della SAU in “Bus Stop” e vanno messi più bassi e visibili (non nascosti dalla pubblicità, non ho visto all’estero pubblicità su tali cartelli). Va spiegato che il biglietto si può fare anche sul mezzo (pagando una piccola penale, dato che il turista non può vagare tra i vari tabaccai che non sanno l’inglese!).

Vanno intrapresi rapporti con hotel cittadini, ma soprattutto con i titolari dei b&b e degli appartamenti in affitto affinché essi stessi (adeguatamente forniti al comune di materiale) siano un “ufficio turistico” diffuso.

E’ chiaro che possono e debbono essere realizzati “eventi”. Ma non certo dissanguandosi. E non certo “una tantum” poiché il turismo va spalmato per almeno sei mesi (aprile-settembre). Bisogna dare una caratterizzazione più “internazionale” alle manifestazioni che già si svolgono a cominciare dalla oggi inutile rassegna cinematografica da serie C della Villa Pepoli che va trasformata in una rassegna tipo il Giffoni Film Festival, ovvero rassegne – anche in lingua originale – caratterizzate.

Insomma servono soprattutto idee. Ed occhi aperti.

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