L’ANAGRAFE DEGLI ELETTI DIMENTICATA

Giacomo Tranchida

Giacomo Tranchida

ERICE – Il rag. Giacomo Tranchida, stavolta, non ha da prendersela colla maggioranza dei consiglieri comunali. Gli hanno approvato, senza sostanziali modifiche, la proposta di istituzione dell’Anagrafe degli Eletti. Si tratta non di un importante passo ma addirittura del traguardo sulla strada della trasparenza e della partecipazione dei cittadini all’attività amministrativa.

Un traguardo raggiunto, tuttavia, sulla “carta”. Poiché alla delibera consiliare del 26 marzo scorso non appare svolta alcuna azione “esecutiva” da parte dello stesso Tranchida.

E dice che la delibera stabiliva proprio che “entro il termine perentorio di un mese dall’approvazione” si doveva rendere esecutiva la delibera. Ma probabilmente la trasparenza non è una priorità sindaco di Erice. E neanche l’azione tempestiva.

Ma cosa prevede la tanto trascurata delibera, nata da una proposta nazionale del Partito Radicale?

Intanto, l’immediata pubblicazione sul sito del Comune di alcuni dati essenziali riferiti ai consiglieri comunali, assessori e sindaco, quali – tra gli altri – l’importo degli stipendi o dei gettoni di presenza percepiti, il quadro delle presenze e dei voti espressi sui vari atti adottati dall’Organo, l’elenco degli atti presentati (interrogazioni) e dei relativi iter sino alla conclusione (risposte dell’amministrazione).

Tutti dati – è evidente – che mostrerebbero, agli elettori interessati, l’effettiva attività degli uomini da loro chiamati all’amministrazione cittadina e consentirebbero un’attenta valutazione in successiva tornata elettorale.

Naturalmente tali dati responsabilizzerebbero (dato la possibilità di riscontro) ancor di più gli amministratori ad un’attività proficua nell’interesse del cittadini-elettore. Michele Scandariato, responsabile dello staff del sindaco, e proponente la delibera sottolinea che lo scopo dell’Anagrafe degli Eletti è proprio di permettere ai cittadini di “controllare tra virgolette l’operato di ogni eletto, un discorso proprio di trasparenza”.

Ma ancora il testo esitato dal Consiglio comunale prevederebbe la pubblicazione, sullo stesso sito ufficiale del Comune – come peraltro già avviene nel Comune di Trapani – , del “bilancio annuale, delle delibere approvate (INTEGRALI non solo per titolo), dei bandi di gara e relativo esito, l’elenco delle proprietà immobiliari comunali e la relativa destinazione d’uso, i dati essenziali e i nomi degli amministratori delle società controllate”.

valeria Ciararavino

Valeria Ciaravino

La proposta di delibera conteneva anche l’obbligo di “pubblicità dei lavori consiliari con relativa archiviazione fruibile attraverso resoconto stenografico o audiovideo” sul sito comunale. A tale importante possibilità, in maniera un po subdola, s’è opposta il consigliere ex-PD avvocato Valeria Ciaravino affermando che tale previsione era “superflua” poiché già era prevista la pubblicazione delle delibere (“un doppione praticamente” le ha dato man forte il presidente del Consiglio avvocato Giovanna Milloca).

E’ chiaro a qualunque stolto che la delibera è una cosa le dichiarazioni integrali sono un’altra. Ma Valeria e Giovanna, nonostante l’opposizione, in proposito, del consigliere Gian Rosario Simonte (Erice che Vogliamo), l’hanno vinta. La Ciaravino, in proposito, s’è lasciata andare ad una discutibile battuta “non abbiamo neanche i riscaldamenti” (in Consiglio, NdR) “come facciamo ad avere il supporto” (audio/video, NdR).

Insomma un atto nulla di eccezionale (a Trapani c’è già tutto, tranne l’anagrafe degli eletti), ma certamente importante.

Purtroppo, il primo a violare la delibera di trasparenza è l’Amministrazione Tranchida che, dopo tre mesi e mezzo, non ha pubblicato sul sito del Comune (che costa ben 8.000 euro all’anno erogati al consulente da lui scelto e nominato!) nulla di tutto questo.

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