Lo sbarramento, un’iniqua limitazione della scelta

Chi si candida a voler spendersi per la collettività, per il prossimo in definitiva, ha davanti a se due scelte.

La prima è quella di intrupparsi in un lista qualsiasi, di destra o di sinistra; qualunque “programma elettorale” o qualunque candidato sindaco o qualunque “compagni” di cordata abbia questa lista. E’ la lista, comunque, dove ritiene che, col proprio bagaglio di voti personali immaginato, possa risultare vincente e quindi raggiungere così l’agognato scranno che gli consente di ottenere il fine cui tiene.

E’ importante, in questo caso, stare attenti a due cose: che la Lista sia abbastanza “forte” (in termini di potere elettorale dei vari candidati presenti) da fare “scattare” il seggio; una lista, quindi, che superi lo “sbarramento” del 5%. Ma, anche, che sia un lista dove gli altri competitori siano più deboli.

Questo è il sistema che seguono la maggior parte dei candidati.

Poi c’è l’altro sistema.

La seconda scelta è quella più difficile, è quella ideologica, del progetto. Allora ci si mette insieme tutti coloro che hanno una visione più o meno coincidete della politica e dell’obiettivo amministrativo. In tale maniera non è importante CHI venga eletto ma COSA questi dovrà fare per il progetto, per il gruppo.

Questa scelta, oggi, è molto “coraggiosa” perché stretti come si è fra i tre poli (il PD, Forza Italia e i 5 Stelle) ci si deve pure scontrare col sistema dello “sbarramento”. Ovverosia, la “forza” che non raggiunge al minimo questo risultato elettorale non “becca” seggio.

Tuttavia, riteniamo che proprio questo “coraggio” sia sinonimo di onestà d’intenti; la prima scelta, quella “facile”, invece, di carenza d’idee e semplice, e pericoloso per la collettività, interesse personalistico.

Qui di seguito, la storia a Trapani del voto. L’affluenza, come si vede, così come le schede nulle e bianche, incide molto sullo “Sbarramento” perché questo è calcolato sui soli voti “validi”, ovvero a netto delle schede bianche e nulla che sono considerate espressioni di voto “non valide”.

Dalla tabella come alle Comunali 2012 i voti espressi per il Consiglio sono stati solo 36.002 (**) e lo sbarramento si è attestato a 1.801 voti; nel 2007 i voti espresso per il Consiglio erano stati 39.672 (**) e lo sbarramento era stato calcolato a 1.984 voti.

Comune di Trapani – Dati affluenza alle urne (**)

ElezioniElettoriVotantiPercentualeVoti Validi*
Europee 201457.24320.68436,13 %19.172
Camera 201355.99634.86162,26 %33.624
Regionali 201260.66126.16743,14 % n.d.
Comunali 201260.82639.31764,64 % 36.960 **
Europee 200957.63325.41944,10 % 23.146
Regionali 200860.61141.05067,73 % 38.084
Camera 200856.36441.30873,29 % 38.706
Comunali 200760.59743.50671,80 %41.055 **

(*) Ovvero delle schede dei voti NULLI e BIANCA che sono considerati NON VALIDI. (**) Il dato è sfalsato rispetto alla tabella perché ai fini sbarramento consideriamo SOLO i voti al Consiglio e non anche quelli al SOLO sindaco.

(**) Fonte dei dati: Per “Europee” e “Camera”, Sito Ministero degli Interni; Per “Regionali” e “Comunali”, Sito della Regione Siciliana.

Un altro fattore da considerare è il seguente:  “Nelle liste di candidati per l’elezione del consiglio comunale nessun genere può essere rappresentato in misura superiore a tre quarti dei componenti della stessa” (Legge Regionale n. 6/2011, art. 3). Ma questo, più una volontà di dare spazio  all’altro genere, rappresenta solo un problema – dato che è difficile trovare donne che vogliano veramente impegnarsi in politica (oggi si contano in città sulle punte delle dita di UNA SOLA MANO). E rappresenta, in definitiva, solo un sistema di “controllo del voto”.

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