Madrid: Tutto quello che ti serve è dentro il Parco!

Madrid Parco dell'Ovest - Tempio Dabod

Il “Parque de El Retiro” di Madrid non è un semplice giardino pubblico come lo si trova in ogni cittadina italiana. Non è questione di dimensioni (125 ettari e più di 15.000 alberi), non solo almeno. E’ una vera “cittadella” dell’ozio.

Non solo puoi prendere fresco, passeggiare, riposarti all’ombra, dormire, sdraiarti sull’erba, socializzare, amoreggiare, riflettere, osservare tutta una serie di sculture (in particolare quella de “El Ángel caído”, l’Angelo caduto dal cielo, o il Mausoleo ad Alfonso XII, o il Palacio di Cristal), condurre il tuo cane, bere e mangiare nei suoi bar e piccoli chioschi.

Lì dentro, puoi studiare, navigare in internet o leggere giornali e riviste nell’accogliente biblioteca comunale “Eugenio Trias” (una delle trentadue di Madrid). Puoi andare a uno spettacolo teatrale al “Centro culturale Casa de Vacas” (circa 150 posti a sedere) o ascoltare della musica bandistica dal gazebo del “Templete”. Puoi giocare a calcio, a calcetto e a tennis nei perfetti suoi impianti sportivi. Chiaramente puoi correre anche in bicicletta (anche gli adulti) o sullo skateboard. Ma puoi anche dedicarti all’orticultura in un’apposita area riservata o noleggiare una barca a remi per divertirti con pochi spiccioli (6-8 euro a barca per 45 minuti con dentro anche 4 persone) con amici o famiglia su un ampissimo laghetto artificiale.

Parco del retiro - grande stagno

Lì dentro, pure, ma cavolo me lo sono perso, il “Teatro dei Titeres”, il Teatro all’aperto delle Marionette.

Non è stato possibile, invece, non fare una sosta al “Bosco del Ricordo”, un’area realizzata un anno dopo gli attentati del 2004 che uccisero 192 persone. L’istallazione è composta da un corso d’acqua ovoidale al centro del quale c’è una collinetta artificiale con su 192 alberi, uno per ogni defunto. 170 cipressi e 22 olivi.

Tengo per ultimo lo stupendo Palazzo Velasques che si trova proprio al centro del Parco e la eccezionale mostra temporanea di quadri dell’autore giapponese Tetsuya Ishida (morto a 32 anni nel 2005 in un tragico incidente) che vi era ospitata. Le sue incredibili opere surreali, di un’esasperazione angosciante, raccontano un uomo irrimediabilmente oppresso e imprigionato, ormai ridotto ad oggetto inanimato, parte integrante di una catena di montaggio di stampo industriale che lo priva di ogni identità.

Tetsuya Ishida

Opera di Tetsuya Ishida, esposta a Madrid

Ma nulla di questo mi ha sorpreso più che il fatto che il Parco sia aperto dalle 6 del mattino alle 24 (nei 4 mesi estivi; “solo” fino alle 22 in inverno), non sia video sorvegliato e che non esistano “vigilantes” volontari, poliziotti o altro che sorveglino i cittadini, li rimproverino se si sono sdraiati su una panchina, o sull’erba. Al contrario ho notato un adeguato servizio di giardinieri che potano, innaffiano, diserbano. Tutto era perfetto e fruibile liberamente.

Lì, a Madrid, mi sono domandato, turisti e cittadini sono più civili di noi o l’Amministrazione ha fiducia nei concittadini? O forse entrambe le cose?

Il “Parque de El Retiro” non è l’unico parco di Madrid e forse non è neanche il più grande.

Nella mia recente visita nella capitale spagnola, la terza, sono stato: al “Canal Isabel II”, un altro, diverso, parco dell’ozio; al “Madrid Rio” un parco ricavato lungo il fiume, piuttosto asciutto per la verità, Mazanares, molto vissuto dai madrileni (tra l’altro vi è un buon Skate Park); al “Parco del Campo”, al “Parco dell’Ovest” (con dentro lo spettacolare tempio egizio di Dabod). Non c’è lo fatta a visitare il “Parco Tierno Galvan”, seppure in programma.

Madrid non è solo parchi. E’ anche arte. A cominciare dallo spettacolare Ponte Arganzuela, un itinerario ciclo-pedonale pensato dall’architetto e urbanista francese Dominique Perrault. Per continuare col Museo Regina Sofia, un “must” dell’arte moderna e contemporanea. “A parte” i Picasso (su tutti “Guenica”), i Salvador D’Alì, i Mirò, qualche Magritte, io amo l’arte contemporanea. In questo viaggio ho conosciuto l’opera del danese, ma berlinese d’adozione, Henrik Olesen in una mostra temporanea a lui dedicata. Sconvolgente!

Museo Regina Sofia

E’ cultura. Nel maggio 2018 sono stato nella capitale spagnola per il “Forum Umanista Europeo”, nel novembre 2018, ho assistito al “Forum Mondiale sulle violenze urbane”. In questi giorni a “Madrid Orgullo” (il Gay Pride).

Ma Madrid è anche mangiare le prelibate “tapas” (bocconcini) a base di pesce (salmone, baccalà, polpo, ecc.) e salsine varie su una piccola fetta biscottata al Mercado San Michel o al Mercato San Anton. Già solo questo, un motivo per ritornarci.

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