Misiliscemi: E’ partito il percorso referendario

Trapani, 17 gennaio 2015 – Il Comune di Misiliscemi nascerà, probabilmente, nella primavera 2016, quando la popolazione di otto Contrade, oggi ricadenti nell’ambito comunale di Trapani, otterrà la propria indipendenza a seguito del referendum che verrà indetto dalla Regione Sicilia, come da sottoscrizione presentata, lo scorso 24 dicembre, da oltre 2.600 cittadini.

«E’ finito il tempo della sopravvivenza, adesso c’è quello della dignità!» sostengono Salvatore Tallarita ed il pugno di audaci e pervicaci cittadini residenti nelle Contrade sud di Trapani che sono promotori del progetto.

Presentazione referendum

Presentazione referendum

Misiliscemi, che avrà una popolazione complessiva di circa 8.669 abitanti, si porrà al 13° posto, su 25, fra i Comuni della nostra Provincia, per numero di abitanti. Avrà, in sostanza, quasi il doppio del numero minimo di abitanti (5 mila) previsto dalla Legge siciliana per costituire un nuovo Comune. Un numero che, evidentemente, è garanzia di equilibrio economico.

L’associazione Misiliscemi che, negli anni, assieme a tante iniziative culturali e sociali, ha portato questo progetto di autonomia, accusa di «miopia» gli amministratori locali che negli anni si sono susseguiti alla guida di Trapani ma che hanno «abbandonato» le Contrade, sacrificandole alla parte Antica della Città.

Salvatore Tallarita

Salvatore Tallarita

Salinagrande, Palma, Pietretagliate, Marausa, Locogrande, Rilievo, Guarrato e Fontanasalsa, con il Centro di Trapani hanno ben poco da condividere: il loro territorio, in effetti, si trova in quasi completa discontinuità territoriale, stretto com’è fra quello di Paceco e Marsala.

Il percorso dell’autonomia si può racchiudere in un sola frase: “Qualità della vita”.

Misiliscemi, secondo i calcoli del promotori referendari, oggi, fra imposte e tasse (Addizionale comunali IRPEF, TARI, TASI, IMU, ecc) versa al Comune di Trapani oltre 10 milioni di euro, senza ricevere corrispettivi adeguati in servizi: manca una piazza, e mancano le fognature, i collegamenti sono insufficienti, gli edifici pubblici fatiscenti, l’impiantistica sportiva è inadeguata e gestita secondo logiche incomprensibili, il territorio va spopolando per l’assenza di servizi verso le giovani coppie.

Soprattutto gli investimenti nel settore turistico (che, nelle Contrade da lavoro a circa 200 addetti) sono inesistenti. I promotori del referendum, invece, «vedono» ed auspicano la realizzazione di un «Parco del Misiliscemi», vero volano di sviluppo e di valorizzazione e mantenimento delle culture presenti (50 bagli) e di un porticciolo turistico individuato presso l’ex salina San Francesco, fra Salinagrande e Marausa.

I promotori del nuovo Comune «vedono», altresì, una Amministrazione snella, con un numero compreso fra i 25 ed i 53 impiegati, in massima parte «riciclati» fra quelli di Trapani.

La «pietra» referendaria è stata lanciata. Trapani ha un anno di tempo per cercare, elevando la «qualità della vita» delle Contrade e dando loro una certa autonomia gestionale (istituzione del Consiglio di Circoscrizione), di fermare il processo autonomista. Con l’indolenza che avvolge la politica trapanese, però, ci riusciranno?

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