TRANCHIDA, C’E’ O CI FA?

ImageERICE – Le cose sono due. O il sindaco di Erice, rag. Giacomo Tranchida, “ci fa”, nel senso che manomette fatti e dichiarazioni al solo fine di denigrare chi fa opposizione al suo sistema di governo del territorio, convinto, in tal maniera, di poter nascondere le proprie responsabilità ed incapacità amministrative o “c’è”, nel senso è veramente è convinto di quel che dice. Delle due la verità più grave sarebbe la seconda perché …

… vorrebbe dire che i cittadini di Erice sono in balia di un amministratore che si ferma alla forma e non conosce la divisione delle prerogative degli Organi democratici: Sindaco, Giunta e Consiglio.

Noi, comunque, siamo convinti che ci troviamo difronte alla prima verità: Tranchida ci fa! Fa politica in maniera veramente bassa, ma conosce bene – per l’esperienza accumulata negli anni della sua “professione” di politico, almeno – i meccanismi dell’amministrazione.

Queste considerazioni nascono spontanee a seguito delle sue dichiarazioni stampa riferite alla bocciatura prima – da parte del Consiglio – ed approvazione poi – da parte del Commissario Regionale – del Bilancio di “previsione” 2009.

Non può essere che “malafede” quella che con cui sottolinea che “Il bilancio proposto dalla Giunta aveva il parere favorevole tecnico-contabile degli uffici e dei Revisori dei Conti” (comunicato stampa del 12 agosto 2009).

Ed ancora “malafede” quando usa come coltelli le parole stamani: “Il Dr. Giovanni Dionisio, Commissario ad acta delegato dalla Regione per l’approvazione del bilancio previsionale 2009 del Comune di Erice, stamani insediatosi e accertata l’inadempienza del Consiglio comunale (che come si ricorderà lo scorso 11 agosto aveva bocciato il bilancio), rilevando che con tale bocciatura non si ravvisano motivazioni di carattere tecnico – contabile, ha approvato il bilancio previsionale 2009”.

Solo denigrazione, infine, quella di Tranchida quando strumentalizza la delibera del Commissario sostenendo che essa ha “spazzato via, in appena 6 giorni, il tentativo ostruzionistico operato da parte di alcuni Consiglieri comunali che non vogliono bene la Città di Erice”.

Giacomo Tranchida mente sapendo di mentire. Mente ad uso e consumo della stampa che – naturalmente – si limiterà a riportare, acriticamente, le sue dichiarazioni e mente ad uso e consumo dei cittadini (per lui elettori) che non conoscendo le norme prenderanno per buone le sue dichiarazioni senza contraddittorio.

Tranchida sa, o dovrebbe sapere, benissimo che un Bilancio del Comune non è, solo, un documento contabile – a questo punto varrebbe che fosse semplicemente redatto dal dirigente degli Uffici Finanziari senza passare dalla trafila degli Organi Istituzionali (Giunta e poi Consiglio) -. Il sindaco pro-tempore di Erice, infatti, conosce l’art. 17 dello Statuto comunale che recita che è il Consiglio, e non la Giunta,L’Organo di indirizzo politico-amministrativo”.

Tranchida sa, o dovrebbe sapere, che il Consiglio non è stato “inadempiente”, avendo esitato – negativamente, come nelle sue prerogative – tempestivamente, in rapporto che la Giunta s’è presa oltre 7 mesi per approvarlo, il Bilancio di “previsione” 2009.

Tranchida sa, e sapeva, che la bocciatura del Consiglio è semplicemente “politica” e non “ostruzionistica”, perché un ostruzionismo di appena sei giorni (bocciatura del Bilancio, da parte del Consiglio, l’11 agosto; approvazione del Bilancio, da parte del Commissario regionale, il 17 agosto) è solo ridicolo a pensarlo. Peraltro lo stesso Consigliere Ciaravino aveva preannunciato l’approvazione da parte del Commissario il 17.

Tranchida, purtroppo, “c’è” solo quando – nel suo comunicato – sostiene d’aver bloccato il il tentativo del Consiglio “sull’impiego dei fondi d’investimento 2009, in subordine a particolari e locali interessi politici di qualche Consigliere comunale”. Il sindaco di Erice dovrebbe conoscere l’art. 79 dello Statuto Comunale il quale definisce che il Sindaco ha “funzioni di indirizzo … nell’ambito delle direttive politiche ed amministrative che emergono dagli atti di indirizzo del Consiglio …”.

Quanto sopra premesso è di tutta evidenza che un Consiglio, con le “palle”, non dovrebbe permettere ad un’Amministrazione che continua a denigrarla in maniera spudorata, che continua a non riconoscere le prerogative dell’altro Organo Istituzionale. La soluzione a questo conflitto che va avanti da oltre due anni, oramai, sembrerebbe solo una … la presentazione della “famosa” sfiducia.

In Consiglio si vedrà poi quali saranno i Consiglieri che firmeranno la proposta e quali – mostrando veramente interessi “personali” e non di tutela dell’Organo istituzionale – invece, anche all’interno del PDL, preferiranno “astenersi” e, conseguentemente, “sposare” quella Amministrazione che, a parole, contestano. E ce ne saranno delle belle, a vedersi. Se mai Nacci e Mazzeo – leader apparenti dell’opposizione – presenteranno la “sfiducia”.

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