TRAPANI 100^ IN VIVIBILITA’

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Rino Marino

TRAPANI – I risultati dell’ultima indagine 2008 sulla qualità della vita nelle 103 province italiane, stilata ogni anno dal Sole 24 ore, e uscita lunedì 29 dicembre, è a dir poco sconfortante.

Sconfortante perché mette nero su bianco, di fronte gli occhi degli italiani e dei siciliani tutti, una realtà drammatica: la scarsissima qualità della vita in Sicilia, ultima nella classifica delle Regioni italiane.

L’indagine utilizza 36 indicatori che fanno capo a 6 aree principali: tenore di vita, tempo libero, affari e lavoro, servizi e ambiente, ordine pubblico, popolazione. Trapani peggiora enormemente e, rispetto all’anno scorso, perde ben 10 posizioni attestandosi al 100° posto su 103 Province. Dall’indagine emerge una situazione disastrosa in quasi tutte le aree.

Nell’ambito del settore “affari e lavoro”, Trapani raggiunge livelli di occupazione giovanile bassissimi e altissimi livelli di sfiducia nella ricerca di lavoro, quasi a confermare il colossale tasso di “fuga” dei giovani dalla città. Molto “strano” invece l’andamento delle imprese: ne nascono tantissime (19°posto), quasi 12 ogni 100 abitanti, ma ne muoiono altrettante, tant’è che abbiamo un elevatissimo tasso di fallimento e siamo ultimi in classifica in quanto a mortalità imprenditoriale. I motivi sono tanti: mercato e concorrenza distorti dalla mafia, appalti controllati, pizzo ma anche e soprattutto attività di riciclaggio del denaro sporco, che determina la nascita momentanea di imprese “a tempo” solo per il mero scopo di lavare il denaro mafioso.

Di metà classifica invece è la situazione trapanese in quanto a “ordine pubblico”: a parte i tantissimi furti in casa, si registrano pochi minori denunciati, scippi, furti d’auto e rapine nella norma, omicidi stabili. Forse che a Trapani la mafia non ha bisogno di compiere eccessivi gesti eclatanti di criminalità da quattro soldi? Forse che la criminalità organizzata utilizza altri strumenti ben più efficaci, sotterranei e radicati per controllare il territorio? Forse che riesce bene a percorrere canali istituzionali, politici e finanziari, “avvalendosi della complicità di colletti bianchi, avvocati, ragionieri ed esperti” per truffare lo Stato e noi cittadini? Così dimostra l’ultima inchiesta del procuratore Scarpinato “Cosa Nostra Resorts”, che ha portato, per esempio, ad un sequestro, qualche settimana fa, di 30 milioni di euro. Tutti soldi nostri.

Anche nel settore “ambiente” la stuazione non è rosea: Trapani risulta al 100° posto in quanto a qualità dell’ecosistema secondo gli indicatori di Legambiente: inquinamento dell’acqua, dell’aria, del suolo, gestione scadente dei rifiuti, inquinamento elettromagnetico, totale assenza di spazi verdi, abusivismo edilizio, mancanza di fonti rinnovabili di energia, disinformazione e indifferenza dell’Amministrazione trapanese sui temi di tutela ambientale.

Nel comparto “tempo libero”, Trapani è al 96° posto. L’indagine mostra un allarmante piattezza della vita culturale, artistica ed espressiva trapanese, determinata dall’incapacità comunale di proporre vivaci momenti di scambio intellettuale, ludico, sportivo, partecipativo, solidale e comunitario, che umilia la secolare tradizione artistica e culturale trapanese. Basta guardare gli sconvolgenti dati sugli spettacoli teatrali, cinematografici e musicali, oltre che l’assorbimento di libri e la presenza di volontariato.

Infine il “tenore di vita”. I trapanesi subiscono un costo della vita enorme (indice FOI sul costo della vita), hanno un Pil procapite tra i venti più bassi d’Italia e pensioni e depositi bancari quasi inconsistenti.

Insomma, dall’indagine del Sole 24 ORE, Trapani emerge come una provincia totalmente in crisi, che fatica a risollevarsi e sente ogni giorno sulle proprie spalle il fardello dell’economia mafiosa, di una classe dirigente latitante ed autoreferenziale, paradossalmente amatissima e riverita (vedi i vari Fazio, D’Ali, ecc.), incapace di gestire le eccellenze, le opportunità del territorio per migliorare la qualità della vita ai Trapanesi.

In questo scenario scuro e contraddittorio, forse in fondo al tunnel si intravedono pochissime luci. Trapani è una città giovane, con presenza solida di laureati e con una forza immensa del proprio ecosistema e del proprio clima. Proprio su questo, e sull’azzeramento della classe dirigente, Trapani dovrà cominciare a puntare, per intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile, legale e partecipato e abbandonare dietro di sé una posizione che mortifica la provincia, le sue forze migliori, la sua storia, il suo calore e la sua bellezza, di fronte a tutta l’Italia. Una posizione che i suoi cittadini non meritano.

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