Vivere in Africa: una condanna a morte

Nel nostro paese si diffonde sempre giù, con la propaganda dei partiti estremistici di Destra (Alleanza Nazionale e Lega Nord, in testa, vedi legge Bossi-Fini), l’idea dell’emarginazione e del rifiuto nei confronti dello “straniero”.

I media, spesso a loro asserviti, altre volte solo finanziati, assecondano tale ideale, diffondendo marginali notizie di violenze, ed ingenerando la xenofobia, cioè la paura verso lo “straniero”.

Così, nel mentre che noi mangiamo davanti alla nostra bella tavola, un soffice panettone, altri bambini sanno che non arriveranno a compiere un anno di età…

I numeri sono tremendi, ma neanche danno l’idea delle sofferenze che affrontano, oggi giorno, bambini e famiglie meno fortunate della nostra.

I numeri sono aridi, ma occorre conoscerli, prima di dire “ma perchè questi neri non se ne stanno in casa loro…“.

I numeri non sono vivi, ma neanche, molti bambini, nati con uguali speranze e uguali diritti, rispetto ai nostri figli e fratelli, giungono vivi a spegnere la loro prima candelina.

E, allora, diciamoli questi numeri.

Mentre in Italia solo lo 0,57 % dei bambini nati vivi non giunge al primo anno di età, e nel mentre il paese più evoluto al mondo, la Svezia, tale indice arriva solo al 0,34 %, i numeri di altri quindici paesi al mondo solo molto, ma molto, diversi.

In quindici paesi, dodici africani e tre asiatici, l’indice di mortalità infantile è superiore al 10,0%. Cioè il rischio di morte è oltre venti volte superiore rispetto ai nostri cari figli.

Dieci bambini nati vivi su cento muoiono prima del primo anno d’età.

Il paese che detiene questo pessimo record è l’Angola, con addirittura il 19,1 %.

Seguono, a pari demerito, la Sierra Leone e l’Afghanistan, col 14,4 %.

Al 13,8% il Mozambico, che precede Guinea al 12.7 % e Somalia e Niger, entrambe al 12,2 %.

Quindi nel Malawi e nel Mali l’indice raggiunge l’11,9 %, seguito a ruota da Ruanda a 11,7 %, e Tajikistan all’11,4 %.

Nello Swaziland il 10,9 % dei bambini muoiono prima del primo anno d’età, precedendo il Bhutan (10,6 %), il Burkina (10,5 %) e la Repubblica Centro Africana (10,3 %).

I motivi? Tanti, carestia, arretratezza, guerra, malattia, ma se alcune colpe sono da addebitare, senz’altro, ai governanti di tali paesi, ma anche a tutti gli abitanti, che colpa hanno i neonati?

E ci vogliamo fermare qui, basterebbe ricordare che esistono altri quarantaquattro paesi dove l’indice di mortalità è superiore di oltre dieci volte a quello italiano.

Allora prima di tagliare una fetta di soffice panettone, prima di regalare un videogioco al nostro caro figlio, prima di comprare una collana d’oro alla nostra donna, prima di “cacciare” un extracomunitario, un uomo sfortunato, che ha dovuto abbandonare la propria terra, per dare un futuro di vita ai propri figli, guardiamo gli occhi di nostro figlio e pensiamoci un tantino su…

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