PARMALIANA, UN ROMPICOGLIONI IN MENO

Adolfo Parmaliana

Adoldo Parmaliana

MESSINA – Le agenzie di stampa hanno battuto la notizia venerdì: “Morto suicida Adolfo Parmaliana, ex segretario ds di vigliatore”. Ai più Parmaliana era uno sconosciuto. A Terme Vigliatore (ME), però, colle sue denunce, aveva fortemente contribuito a far sciogliere, per mafia, il Consiglio comunale. Ma la magistratura, anziché perseguire i rei delle sue denunce, aveva rinviato a giudizio, per diffamazione, proprio lui. Professore universitario, uomo di partito, ma anche uomo libero. Un moralizzatore. Aveva anche denunciato le malefatte del PD.

Scrive di lui Claudio Fava, il deputato europeo della Sinistra Democratica (ex-DS): “Vivere intensamente, nella Sicilia malata di questo tempo, vuol dire assumersi il peso d’una terra che ha smarrito se stessa, la propria corda civile, il senso elementare delle regole. Quel peso, Parmaliana se l’era preso facendo politica nel suo paese, nel suo vecchio partito, tra la sua gente. E provando con disperata perseveranza a indicare i luoghi e i momenti in cui la politica si faceva affare, miseria, clientela: anche nel suo partito. Per questo non stava simpatico. Il punto è l’abitudine dei siciliani a ingoiare tutto, a digerire tutto e a considerare, alla fine della giostra, uno come Parmaliana un irriducibile rompicoglioni”.

Non so se Adolfo se ne sia reso conto e abbia deciso di farla finita per questo. So che faremmo bene a ricordarlo non come un morto di mafia ma come un vivo che si batté contro i nostri sguardi d’abitudine, contro le nostre agende troppo cariche d’appuntamenti per potergli dare ascolto, contro i tempi di una politica che è solo ribalta, applauso, finzione: mai verità. Anche di questo è morto Adolfo Parmaliana”, conclude amaramente Fava.

Di contro l’on. Peppe Lumia (PD) ha commentato, con parole di circostanza: “una vittima della mafia”. Quanto di più falso, non è stata la mafia ad suicidare Adolfo, di quella lui non aveva paura, è stata la malapolitica (dei DS e del PD, in particolare) che l’ha lasciato ancora una volta solo.

Che Adolfo Parmaliana, il professore antimafia, fosse per molti solo un rompicoglioni, lo si comprende leggendo il suo blog (“The polite warrior”) che è anche il suo testamento politico: “ … La chiarezza, la legalità, la coerenza e l’etica non sono valori per la politica, piuttosto feticci da invocare alla bisogna in pubbliche manifestazioni o in comizi celebrativi, … Ho sperimentato tutto questo in oltre 27 anni di attività politica e partitica: che delusione!”.

Che la sua battaglia si rivolgesse, inascoltato, innanzitutto all’interno del suo partito, i DS e poi il PD, lo si comprende leggendo un altro passo del blog: “ … al Congresso Regionale dei DS, ho proposto l’adozione di un codice etico … nessuno si è mai peritato di farlo applicare. Eppure ho sollecitato al riguardo il Segretario Regionale dei DS, i Segretari degli altri Partiti dell’Ulivo, tanti Parlamentari Regionali e tra essi l’Onorevole Borsellino …Motivi di opportunità, diciamo meglio di “opportunismo politico”, hanno impedito di agire o meglio hanno inibito nell’azione coloro che sui giornali si scagliano contro il Deputato o il Senatore che incontra esponenti di primo piano della mafia, magari nell’ ascensore di un albergo” (ogni riferimento all’on. Vladimiro Crisafulli non è causale, NdR) .

Ma non mancavano, dal blog di IMG press, neanche i rifermenti pesantissimi al segretario regionale del PD di cui storpiava il nome in “Franzantonio” (dal nome dell’amico e socio Pietro Franza, discusso presidente del Messina, armatore, per il quale un PM ha chiesto il rinvio a giudizio per falso in bilancio, genero dell’on. Giulia Adamo, PDL) Genovese ovvero “il Bokassa dello Stretto”: “… il Centrosinistra è davanti a un bivio: restare schiavo di Franzantonio, che tradotto significa complicità in tutto quello che produce e decide o darsi una regolata scegliendo in fretta un altro candidato che più degnamente rappresenti quei valori e quegli ideali che Genovese neppure conosce per sentito dire. Come a esempio, combattere la mafia e il saccheggio del territorio che prevede, se lo avesse dimenticato, la salvaguardia dell’ambiente e la cacciata dei mercanti dal tempio … uno che ha dimostrato di infischiarsene dei bisogni degli umili e dei senza padrini.

… BoKassa Genovese si è dimostrato un mostro politico davanti al quale impallidisce anche Frankstein. A muovere questo cannibale dei sogni non è stato affatto l’interesse per la città di Messina. Voleva fare i programmi insieme ai cittadini, sempre buoni per tutti gli usi e per tutti i proclami, dopo aver partorito le intese più impensabili. Gli accordi più beceri. I compromessi più squalificanti. Da quando è tornato lui sono cambiate alcune cose: è scomparsa la Sinistra nello Stretto, i diessini lavorano per il padrone del vapore….

 

Amaro era, infine, il riportare, nel blog, un passaggio di un’affermazione del Principe di Salina: “In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di fare…Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portare loro i più bei regali …. le novità ci attraggono soltanto quando le sentiamo defunte …”.

Aveva ragione. Non ci mancherai, Adolfo rompicoglioni. I siciliani.

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