A chi danno fastidio i blogger a Trapani ?

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Tra i giornalisti trapanesi, come si suol dire, volano gli stracci.

Colui che ha dato fuoco alla miccia è il procuratore aggiunto di Trapani, il dott. Maurizio Agnello che ha dichiarato, tra tanto altro, – per come riporta l’agenzia di stampa AGI che « la stampa locale sia schieratissima non debbo essere io a dirlo, non mi risulta che negli altri territori sia così ».

Insomma, a Trapani, secondo il procuratore aggiunto, chi manovra le leve del potere, i sindaci ed i super-sindaci, non ci giriamo attorno e diciamolo, sa assai bene che può contare su « le interviste sui giornali ‘amici’ ».

Virzì, Fiusco, Giacalone condannano quei giornali “amici” dove l’informazione si ha pagandola

Aldò Virzì, decano del giornalismo trapanese, aggiune il carico sul giornale Tvio, di cui è pure direttore:
« E’ proprio vero, ci sono giornali e giornali, ci sono giornalisti e giornalisti. Altrettanto scontato è il principio che il giornalista deve essere il “cane da guardia del potere”, in difesa della democrazia. E’ sempre così?
Non lo è.
Non lo è particolarmente nelle città di provincia.
[Qui] che ci siano i giornali “amici”, sempre pronti a fare da addetti stampa riservati e sempre pronti a intervistare il politico, quasi sempre quello o quelli, è cosa nota: veri e proprio house organ ».

L’asso di briscola lo cala giù Rino Giacalone, noto giornalista antimafia. nelle colonne del giornale online Alqamah, di cui è direttore:
« E’ il momento propizio per capire se in certe redazioni le ingerenze editoriali spesso travalicano i corretti confini. Così come è il momento di sapere i fondi pubblici destinati agli organi di stampa locali, dove talvolta l’informazione si ottiene pagando.
I rapporti tra pubbliche amministrazioni e società editoriali devono essere resi noti, la trasparenza lo obbliga ».

Accade pure, però, che il sindacato dei giornalisti, Assostampa, replichi in maniera ambigua, per come riportato anche su Il Locale News, ennesimo giornale online locale.

Pur sicuramente critica verso taluni giornali ed emittenti locali, ree di riportare « pedissequamente i comunicati stampa » e solo del potente di turno, non risparmia di additare quanti non sono soliti dedicarsi a sufficienza alla « ricerca della vera notizia ».

Insomma, condanna chi, rivestendo il titolo di giornalista, non interpreta in maniera il proprio ruolo, quella da cane da guardia della democrazia.

Esattamente come è critico verso politica e certa informazione il giornalista Gianluca Fiusco che, sul giornale online Tvio, scrive : « A Trapani manca una opinione pubblica. E, conseguentemente, manca un dibattito pubblico. Questa assenza ha molte responsabilità. Alcune riguardano certamente la sussistenza quotidiana che porta a dover fare i conti con gli equilibri degli sponsor, dei finanziatori, delle risorse: quando rompi i cabbasisi – per dirla con Camilleri – chi detiene i rubinetti, ad esempio, di un appalto per la Comunicazione Istituzionale, può decidere di chiuderli.
Altre responsabilità riguardano l’incapacità dei giornalisti di fare i giornalisti ».

Secondo Orlando sembra che i giornalisti non devono commentare o, peggio, fare i moralisti

Vito Orlando, segretario di Assostampa, è persona che conosco da quando era un dirigente giovanile del MSI assieme a Leonardo Fonte – il fondatore poi di “Avanguardia” -.

L’Orlando ha pensato, però, secondo lui a ragione, di schierarsi pure contro coloro che hanno la “schiena dritta” e non sono pronti a mettere sempre il proprio microfono e relativa telecamera, davanti la bocca della verità, cioè quella di Giacomo Tranchida da Fico, per poi trascrivere pedissequamente tutte i suoi verbi, tutte le sue esternazioni, anche se talvolta farcite da termini idraulici di tipo fognario.

Dal che subito pronto all’uso gli attacchi contro :

  • il giornalista che fa « esercizio di censura dei colleghi » (come nel caso di Aldo Virzì, nell’articolo “Giornali e … giornali” ?);
  • il giornalista alla « ricerca spasmodica di un fantomatico primato », (chissà se il bersaglio sia Rino Giacalone ?);
  • L’informazione « propensa a ergersi al ruolo di commentatrice, talvolta in maniera moralistica » (solo perché TP24 e Giacomo Di Girolamo, hanno voluto raccontare i fatti con l’inchiesta “San Giuliano criminale”) ?

Per Orlando (Assostampa) l’attività di blogger è contro legge?

Non poteva essere trascurata alcuna voce dissonante, anche certi blogger !

E i blogger, che poi, a Trapani, non sono migliaia, ma appena uno, leggasi me medesimo, che fastidio danno a Vito Orlando ?

Probabilmente questo blogger da molto fastidio, ma certo non a te, gentilissimo Vito Orlando, tant’è che non hai mai ricevuto alcuna menzione.

Semmai il fastidio può essere stato avvertito da alcuni yesmen che ti hanno chiamato, ed anche richiamato, oppure – sempre il fastidio – ti sarà stato riferito da taluni Amministratori del denaro pubblico che hanno le polveri bagnate.

Quindi, Vito, non comprendo perché ti spingi a nominare invano i (il) blogger, perfino agitandoti, nella parte finale, del tuo comunicato con l’infelice frase, che « pensassero (il blogger, NdR) a rispettare le leggi sulla stampa e sull’esercizio abusivo della professione giornalistica ».

Sappilo, il blogger non ha necessità:

  • di lanciare la pietra di leggerissimo polistirolo e di ritirare la mano subito dopo,
  • non ha coniugi da sistemare,
  • e neppure ratei da locazione arretrati da saldare.

I blogger raccontano i fatti, ma fanno copia&incolla dei contenuti delle veline, i blogger approfondiscono i temi ed acquisiscono solo certezze documentate.

Poi ci sono blogger e blogger, e tra questi quelli che scrivono ricette di cucina o rimedi per guarire dalle malattie inguaribili, ma questi ultimi non danno fastidio. È vero ?

Legge sulla stampa, residuato fascista per mettere a tacere la libertà d’opinione

Sappiamo entrambi benissimo che la Legge sulla Stampa che tu agiti è figlia del fascismo.

Io lo ricordai nel 2018 in “La libertà d’espressione limitata da una norma fascista”.

Fu proprio il dittatore fascista Benito Mussolini, infatti, ad essere il promotore della Legge 2307/25 (cui seguì il Regio decreto 26 febbraio 1928, n. 384) « la quale disponeva che i giornali potevano essere diretti, scritti e stampati solo se avevano un direttore responsabile riconosciuto dal prefetto ».

L’art. 19 della “Carta Universale dei Diritti dell’Uomo”, invece, sostiene che « ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e d’espressione, incluso il diritto di … diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo ».

T’invito, caro Vito Orlando, a rileggere Einaudi, poi presidente della Repubblica Italiana, che nel 1945, scrisse : « Giornalisti sono tutti coloro che hanno qualcosa da dire … L’albo obbligatorio è immorale, perché tende a porre un limite a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero ».

Probabilmente dovresti interessarti, piuttosto, di fare cancellare dall’Albo coloro, giornalisti, che non han nulla da dire.

Credits: Photo by Glenn Carstens-Peters on Unsplash

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