Biblioteca comunale a rischio chiusura

TRAPANI, 1 FEB – Una delle più antiche e prestigiose istituzioni culturali della città rischia di chiudere a causa dell’improvvida decisione del Governo regionale di eliminare le Province con le conseguenze a cascata di ordine finanziario e gestionale. La Biblioteca Fardelliana, presente nel territorio da poco meno di due secoli, corre concretamente il rischio entro qualche mese di cessare la propria attività. Un destino al quale sono legati i vasti e qualificati servizi che esplica, ma anche di creare un regime di precarietà per una parte dei lavoratori che vi prestano la propria opera fino all’estrema conseguenza del licenziamento.

I soci condotanti della “Fardelliana” sono, infatti, il Comune di Trapani e la Provincia, il primo con 210mila euro e l’altra con 250mila euro all’anno.

La soppressione delle Province, conseguenza di una legge regionale che non è stata in grado di rispettare i tempi né di prevedere i necessari “atti di successione”, ha indotto la stessa Provincia a dichiarare il proprio recesso da Enti, consorzi, associazioni che fino a qualche mese fa beneficiavano di consolidati sostegni economici, sui quali gli stessi avevano fatto affidamento adeguando i propri Bilanci.

La dotazione di 210.000 euro, che il Comune di Trapani ha previsto in Bilancio con alto senso di responsabilità, consentirà alla biblioteca, sempre più frequentata da giovani studenti (molti dei quali provenienti da altri comuni), di sopravvivere ancora per qualche mese” – dice Damiano.
Esaurita la dotazione, se Regione o Provincia non interverranno con l’assegnazione della restante somma, sarà adottata l’amara e sbalorditiva decisione di chiudere la massima espressione culturale di un intero territorio”.

È scandaloso e vergognoso che l’indifferenza delle Istituzioni e dei loro rappresentanti possa creare nocumento alla massima espressione culturale cittadina – dice il sindaco – e non ci si renda conto dell’irreparabile danno, anche all’immagine della Città, che tale indifferenza potrebbe arrecare”.

FONTE: OSSERVATORIO SICILIA

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