CAM: LA PROTESTA PUNK-ROCK VIVE ANCORA

Roberto Carpitella

Roberto Carpitella

TRAPANI – Quando è possibile amiamo dare spazio su Altratrapani a persone o gruppi che desiderano esprimere il proprio pensiero, la propria arte ecc. Quest’oggi abbiamo raggiunto a Roberto Carpitella, trentunenne leader dei CAM, i «Chiodo a martello», band punk-rock trapanese, nata nell’autunno del 2007 dalla malsana idea di Faber (il bassista). Ci sembra che Roberto possa arricchire, raccontando storia e impegno dei CAM, la conoscenza del lettore sui movimenti e pensieri culturali del nostro territorio.


D: Come è nato il Gruppo dei CAM?

R: «Visto che nella nostra città le punk-bands attive, dagli anni ’80 ad oggi, sono state praticamente tre («Degrado», «Scrambled eggs» e «Rivolta urbana») e in due di queste io (Bob) ci cantavo, sono stato contattato come «condottiero» di questo avventato progetto musicale. Oggi i chiodo a martello sono: Bob (Roberto Carpitella) voce e chitarra, Faber (Fabrizio Cannamela) Basso e cori, Saso (Alessandro Romano) chitarra e cori, Sciarappa (Marco Sciarappa) Batteria».

I Chiodo a Martello

I Chiodo a Martello

D: In che ambiti si esibisce il Gruppo?

«Gli ambiti dove suonare del sano punk nella nostra Provincia sono inesistenti e spesso ce li siamo inventati (feste private, kriskmas party,ecc..) o abbiamo suonato in ambienti che di alternativo non avevano un cazzo! Tanti sacrifici ma la situazione non è cambiata molto. Molte volte avremmo voluto mandare tutto a fare in culo! Specialmente quando non si trovava un posto dove provare ed eravamo talmente al verde che non ci potevamo permettere una sala prove a pagamento … alla fine dopo tanti scazzi siamo ancora qui, le esperienze (in maggior parte negative) ci hanno aiutato a crescere sia musicalmente che come persone, la nostra rabbia è sempre pronta ad esplodere!».

D: Che genere di musica esprimono i Chiodo a martello?

«Il genere come dicevo prima è il punk-rock che prima di essere un genere musicale è soprattutto una sotto-cultura giovanile. Il motivo della “scelta” è l’esigenza di esprimere, senza tanti giri di parole nè tecnicismi musicali, dei concetti chiari e concisi su quello che ci va e che non ci va, principalmente è una musica di protesta. Vogliamo anche trasmettere ai ragazzi il messaggio che è inutile lamentarsi stando seduti a fare niente, uccidendosi di droghe e techno tutto il santo giorno e basta con le lamentele inutili sulla nostra città! Cerchiamo di non essere solo la generazione della playstation, facciamo vedere a tutti quello che sappiamo fare».

«La band è completamente apolitica! Noi pensiamo che la politica serve solo a creare divisioni e inutili discussioni tra i ragazzi. Ognuno di noi ha naturalmente le sue idee politiche spesso totalmente opposte all’altro ma di certo non le facciamo interferire con la nostra musica e la nostra amicizia».

Erice un mare di stelle

Erice un mare di stelle

D: Come siete giunti al Concerto "Sotto le stelle" a San Giuliano, lo scorso agosto? Invitati da chi, come mai, quale è stato il vostro cachet?

R: «Siamo stati invitati da amici di amici, penso a casaccio, per alimentare sto “calderone” di band che dovevano suonare a questo concerto…..Noi di solito non partecipiamo a queste manifestazioni perché, dopo anni di gavetta, sappiamo che è sempre la solita merda e ovviamente ti manda in bestia suonare con la fretta (fonici annoiati che ti impongono di suonare solo 4 brani), con strumentazione pessima e scarsa (abbiamo dovuto portare i nostri amplificatori per le chitarre e il basso), e come si suol dire “alla cieca” e “alla sorda”!! Il nostro cachet dovrebbe essere di 50 euro a testa (che mi toccherebbero solo per aver trascinato quintali di amplificazione sulla spiaggia) ma ancora non sono arrivati….ed anche se non arrivano non ce ne frega niente».

«A San Giuliano di brani nostri abbiamo eseguito “Trapani” e “Degrado” che non penso abbiamo nessun riferimento politico voluto…..In definitiva le nostre canzoni parlano di problemi reali come la difficoltà di trovare un lavoro onesto, del nostro odio verso gli sfruttatori, i mafiosi, tutti coloro che appaiono invece di essere, la politica, il sistema, il business musicale, le porcate che girano in tv, gli snob, ecc…ma parliamo anche di feste, divertimento, ragazze, dell’amore per la nostra città e di valori come l’amicizia, la musica, la famiglia ecc…»

D: Il Gruppo fa parte di una comunità, presente anche su FB, il KK, quali fini ha questa comunità, si occupa solo di musica o di cultura in genere? Come mai è un gruppo "privato" su FB?

Kart Kleb

Kart Kleb

R: «Si, ognuno di noi singolarmente è un membro del Kart Kleb (diminutivo di Kartedda Kleb). Il KK è un ristretto gruppo goliardico di amici totalmente apolitico e senza fini di lucro. Il Kart Kleb non è solo un gruppo, ma anche uno stile di vita mirato a tutti coloro i quali si futtino a spisa! Oltre al lato scherzoso e goliardico, che prevede delle frasi tipiche, delle finte regole da rispettare e una gerarchia molto altalenante, il KK ha vari progetti: una sezione musicale (la Kart Records) che si occupa di produrre e distribuire musica inedita (siamo ancora alle prime due uscite), una sezione merciandaising (o come diavolo si scrive) dove vendiamo i nostri Kartgadgets come T-shirts, spillette, adesivi, magneti, ecc…; una sezione viaggi, i cosidetti KarTrips, dove si organizzano almeno una volta all’anno, quest’anno siamo già al terzo appuntamento, dei viaggi organizzati in giro per l’Europa. Ogni membro sotto la mia supervisione (mi hanno delegato il difficile compito di presidente) svolge e/o aiuta un determinato settore di questa assurda comunità nata cinque anni fa solamente per gioco. Adesso è una cosa in cui crediamo e ci teniamo che vada avanti nel migliore dei modi e naturalmente cerchiamo di tenerlo un gruppo “privato” in modo da essere pochi ma buoni».

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