D’ALI: IL NUCLEARE PORTERA’ LAVORO

sen. Antonio D'Alì

sen. Antonio D’Alì

ROMA – La rivista «Elementi», periodico di GSE, l’Ente Nazionale Gestore Servizi Energetici, nel numero di marzo 2010, ha dedicato due pagine ad un’intervista al sen. Antonio D’Alì, in qualità di Presidente della commissione Ambiente al Senato. Il titolo dell’articolo «Basta dispute tra rinnovabili e nucleare» è tutto un programma. Ed apre una «servile» intervista di Piergiorgio Liberati al senatore del PDL che – senza contraddittorio dell’articolista – può sparare a zero contro gli «eco-catatrofisti» e dire inesattezze a favore del nucleare. Ecco, senza nostro commento, ampi stralci dell’intervista.

E: Il vertice di Copenaghen ha tradito le aspettative di quanti lo avevano definito un summit storico. Perché?
D’Alì: «Personalmente non facevo parte degli entusiasti. Avevo previsto che il summit non avrebbe portato a risultati eclatanti. Si parte da una premessa sbagliata in merito ai cambiamenti climatici: quella di basarsi esclusivamente sulla riduzione di CO2, una materia spesso “drogata” da statistiche troppo catastrofiste».

E: Se non proprio sulla riduzione di CO2, su quali tesi bisogna ragionare?
D’Alì: «Dobbiamo focalizzarci sul rapporto costi-benefici relativo agli interventi di riduzione dei gas climalteranti. Invece, continuiamo sul discorso delle emissioni, dei ghiacci che si sciolgono, e alla fine si varano provvedimenti che rischiano, tra l’altro, di bloccare le speranze di sviluppo di alcuni Paesi».

E: Il ritorno dell’Italia al nucleare appare vicino. Gli incentivi messi sul piatto dal Governo saranno sufficienti ad abbattere le resistenze locali?
D’Alì: «Gli incentivi sono consistenti, anche perché poi si deve aggiungere la presenza sul territorio della centrale, con quanto comporta dal punto di vista occupazionale e dell’indotto. È chiaro che ci saranno le resistenze. Certo, e questo atteggiamento portasse ad un effetto domino, il risultato sarebbe dirompente».

E: Resta da abbattere un ultimo tabù. Si continua a contrapporre nucleare e fotovoltaico. Cosa ne pensa?

D’Alì:  «Direi che questo già lo abbiamo affermato con la nuova legge approvata in Parlamento. Per noi è chiaro: il nucleare dovrebbe soddisfare il 25% del nostro fabbisogno energetico, un altro 25% dovrà essere coperto dalle rinnovabili e il restante 50 dalle fonti fossili. Nucleare e rinnovabili non solo possono, ma devono convivere e svilupparsi in modo armonico. Tutto per ridurre la dipendenza dalle fonti tradizionali, che per noi significa dipendenza dall’estero».

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