DE SANTIS SMANTELLA 10 ANNI DI GIUNTA FAZIO
TRAPANI – Lo scontro è di quelli forti. Ed ognuno lo gestisce per quella che è l’eleganza della sua dialettica e la sua educazione. «C’è una profonda differenza tra me e lei, mi ascolti: io la mattina e la sera mi guardo allo specchio e francamente posso dire: guardi oggi ho lavorato per la mia collettività, io non credo che lei altrettanto possa fare a riguardo sa perché? Lei non ha fatto un tubo». Così si esprime il sindaco Girolamo Fazio in risposta ad accuse di cattiva amministrazione lanciatole, durante il Consiglio comunale dello scorso 9 gennaio.
«Innanzitutto lei mi insegna – replica, con ben altro tono, il consigliere Giovanni De Santis (MPA) -, essendo un amministrativista, un docente universitario in queste materie che ci sono le competenze, io non ho mai avuto i poteri del Sindaco, quindi non ho mai potuto fare le cose del Sindaco, ma stia sereno e me lo riconoscerà che il Consigliere Comunale l’ho fatto a tuttotondo non risparmiandomi, cioè il massimo che si poteva fare da Consigliere Comunale».
Motivo dello scontro tra sindaco e consigliere, che poi stanno dalla stessa parte, entrambi col centro-destra, è la classifica di “Italia Oggi” sulla “qualità della vita”, che relega la provincia di Trapani al 103 ed ultimo posto nazionale.
Giovanni De Santis, esordisce, nel proprio intervento, «quando una testata di rilievo nazionale pone alla ribalta del paese un tema, una notizia che riguarda la città di Trapani credo che un atteggiamento maturo sia in primis quello di fare una seria analisi».
Analisi – ed anche autocritica – che spetterebbe al sindaco ed alla sua maggioranza. Ma a parte De Santis, personaggio di onestà intellettuale indiscutibile, la risposta è solo un muro difensivo: «Queste classifiche a che cosa servono e a chi servono onestamente non lo so, a guadagnare un titolo in più, un titolo in meno – sostiene, ad esempio, Fabio Bongiovanni (UDC) -. No Signor Sindaco, non possiamo più consentire, soprattutto proprio sotto la campagna elettorale e proprio dalle nostre stesse fila, che ci possano essere delle voci che disseminino, come dire, realtà che non sono».
Allora l’autocritica la fa proprio De Santis. E denuncia – a chiare lettere – il fallimento dell’Amministrazione Fazio.
I QUARTIERI. «Le belle cose che sono state fatte, la bonifica del porto, la bonifica del centro storico, ma se andiamo al Bronx, via Niccolò Rodolico, la conoscete tutti penso, non è di quelle ignote, è la stessa di dieci anni fa se non peggiore, non è cambiato nulla in quella zona, non è cambiata una virgola».
LA CULTURA. «Non c’è un minimo accenno di politiche culturali, organicamente strutturate, continuiamo ancora dopo dieci anni a fare quello che facevano prima. Con in più abbiamo lasciato il luglio musicale con un milione e mezzo di euro di buco in bilancio, cosa che la prima repubblica non aveva mai fatto, lo abbiamo demolito e con un milione e mezzo di euro di buco di bilancio, cioè non è più quello di prima ed è peggio di prima».
BUROCRAZIA. «Ma mi dice Sindaco per esempio quel famoso e-government che tanto sbandierate ai quattro venti quattro anni fa, … la zia Peppina di Rione Cappuccinelli doveva potere, con un clic, farsi il certificato, pagare le tasse, se lo ricorda? Se lo ricorda quel tale Iorio che abbiamo pagato profumatamente per qualche anno, … Ma oggi l’e-government non c’è, Sindaco, non credo che lei abbia realizzato una … forse una cosa l’ha realizzata, il banchetto di inaugurazione».
De Santis chiude la sua requisitoria di dieci anni di Amministrazione Fazio prendendosela coi cittadini poco attenti: «noi basta che ci sistemano una fogna e che abbiamo un po’ di acqua corrente, già crediamo di avere una città che funziona, ma la città che funziona è ben altro, … Il cittadino trapanese non si indigna più perché non lo sa più cos’è una città, perché glielo abbiamo fatto dimenticare, perché gli consegniamo quattro basolati, quattro opere che poi si vanno deteriorando. Ma guardate l’icona è il principe di Napoli, l’icona è il principe di Napoli guardatelo come è ridotto dopo cinque anni».
Ma De Santis sa di parlare al vento, perché, spiega, a noi manca una «Amministrazione che sappia ascoltare anche chi la pensa diversamente o chi ha un’idea diversa», la nostra, purtroppo, è la città «degli amministratori onniscienti che sanno tutto e che sanno fare tutto».