ERICE, SINDACO DENUNCIATO PER ABUSO

Giacomo Tranchida

Giacomo Tranchida

ERICE (TRAPANI) – Una denuncia per presunto abuso d’ufficio ed omissione d’atti d’ufficio. E quella presentata, lo scorso venerdì, alla Procura della Repubblica da Michele Cusenza, 57 anni, ericino, a carico del sindaco di Erice rag. Giacomo Tranchida. Questi si difende, al solito, minacciando di querele a tutto e tutti (storia vecchia!) per presunti danni alla sua immagine. Nella denuncia sarebbe coinvolto anche Matteo Cipponeri, responsabile del Dipartimento veterinario dell’ASP di Trapani. Al centro della vicenda 13 cani sequestrati con un ordinanza del sindaco. Per gli avvocati Nino Sugameli e Salvatore Villabuona, però, dietro l’azione di Tranchida ci sarebbe piu’ d’un abuso.

La vicenda è stata, naturalmente, portata alla luce da Altratrapani con un’articolo dello scorso 5 gennaio. E’ stata Altratrapani a raccogliere le testimonianze del geom. Michele Cusenza, a raccogliere, in maniera certosina, una serie di importanti documenti, ed a produrli – ritenendo che potessero avese una valenza giudiziaria – all’avv. Nino Sugamele. Da qui una serie di indagini del legale, ed, oggi, la denuncia.

E così, dopo quasi tre mesi, stamani, il Giornale di Sicilia può titolare:
«Erice sindaco denunciato per abuso», in un bell’articolo di Luigi Todaro. «Non disturbare il cane che dorme – scrive ironicamente il giornalista -. Soprattutto se Fido riposa fra le mura domestiche. Un vecchio adagio che conosciamo tutti, o quasi. Certamente è sfuggito al sindaco di Erice. E questa sua distrazione, Giacomo Tranchida, l’ha pagata a caro prezzo, ossia con una denuncia nei suoi confronti per omissione d’atti d’ufficio e abuso d’ufficio».

La denuncia di Michele Cusenza è di quelle pesanti.

Si contesterebbe l’urgenza e l’eccezionalità che avrebbero portato il sindaco di Erice ad emettere la contestata ordinanza n. 59 del 4 novembre 2010 colla quale si disponeva il sequestro degli animali detenuti dai fratelli Cusenza nell’ampio cortile (recintato) attiguo alla propria abitazione.

Si contesterebbe l’abuso con cui Tranchida vietava, con la propria ordinanza, al sig. Cusenza di accedere presso il sito comunale ospitante i cani sequestrati,
in aperta violazione dell’art. 16 della Costituzione Italiana (libera circolazione degli individui).

Si contesterebbe l’abusiva voltura dell’intestazione della proprietà dei cani
da quella a favore del sig. Cusenza a quella a favore del Comune di Erice.

Si contesterebbe il mancato rilascio, da parte del sindaco (da qui l’omissione di atti d’ufficio), della documentazione probatoria inerente la vicenda e richiesta dall’avv. Sugamele, nelle sue indagini difensive.

Cusenza mostra il suo cortile

Cusenza mostra il suo cortile

Oltre alle accuse legali, la denuncia di Michele Cusenza esporrebbe anche diversi fattori di natura «sentimentale». Dalla separazione di una cucciola di un mese dalla propria madre entrambe detenute dal denunciante, alla morte di una buona parte della cucciolata di una delle cagne sequestrate, alla castrazione di cinque cani senza il benestare del loro padrone.

Se quanto denunciato dal Cusenza corrisponde al vero o meno e se è reato o meno spetterà, ovviamente, alla Magistratura.

Tranchida, da parte sua, continua a recitare la sua parte. Nel suo ennesimo comunicato recita la parte dell’uomo forte ed incolpevole:
«A nessuno è consentito, sig. Cusenza compreso, di detenere in violazione di legge, ancorché nella propria abitazione e/o giardino, un numero di cani superiore a quello consentito dalla norma».

Perchè che non indica con precisione la norma da lui accennata, dite?
Semplicemente perchè non può. La norma di legge non esiste. Ma a Tranchida non l’ha spiegato nessuno, forse.

LINK:
– TRANCHIDA SCIVOLA SULLA BUCCIA DEI 13 CANI

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