GLI SPRECHI … CHE VOGLIAMO

Giacomo Tranchida

Giacomo Tranchida

ERICE (TRAPANI) – La Corte dei Conti, la Procura della Repubblica e la Regione starebbero indagando su quello che sembrerebbe l’allegra amministrazione del Comune di Erice guidata dal ragionier Giacomo Tranchida. Le indagini sarebbero partite dalla denuncia di un cittadino, Francesco Borghi. A centro delle indagini lo stato di abbandono di mezzi acquistati coi fondi della Regione. Circa 5 milioni di euro la spesa, ma i mezzi restano abbandonti a Milo. In preda ai danni da incuria o, magari, a furti e vandalismi.

Era il 1 settembre 2008 quando – si legge sul sito del suo movimento ad personam, Erice che Vogliamo – si dichiarava: «Oggi 5.514.558,66 euro di buoni “motivi e nuovi strumenti” per fare seriamente la Raccolta Differenziata nel territorio di Erice». «Adesso è possibile cominciare a fare una raccolta differenziata seria, che faccia risparmiare le casse comunali, premiare le famiglie e far guadagnare l’ambiente» aggiungeva con grande soddisfazione l’assessore all’Ecologia, Ninni Romano.

«Successo» poi riportato nella prima relazione annuale di Tranchida (2007-2008). «Nell’estate 2007, .. abbiamo messo mano all’elaborazione di progetti e successivamente avanzato richieste per i relativi finanziamenti, recentemente ottenuti per oltre 5,5 milioni di euro, per la realizzazione del Centro Comunale per la Raccolta Differenziata e per il Progetto per la Raccolta Differenziata Porta a Porta».

Non senza non condannare la precedente amministrazione Sanges, rea, secondo il nuovo sindaco, della mancata
«riattivazione di mezzi comunali (compresa una spazzatrice) trovati in stato di doloso abbandono presso l’autoparco comunale». (E perchè lui che fa ora? quanti mezzi tiene abbandonati?)

Ma dei numerosi mezzi – autocompattatori, gasoloni ecc – che il Comune avrebbe acquistato non s’è saputo nulla. Salvo che sono da anni depositati, in stato di apparente abbandono (molti neanche hanno le targhe, ovvero neanche sono stati mai immatricolati), presso la sde comunale di Milo (ex-calzaturificio).

Tanto che non poche polemiche, a riguardo, erano state sollevate anche dal sindaco di Trapani Mommo Fazio.
Fazio, durante uno scontro col sindaco di Erice, aveva a piu riprese sostenuto lo sperpero di Tranchida nei confronti dei contribuenti per l’acquisto dei mezzi mai utilizzati.

Autocompattatori mai usati al Comune di Erice«Conosco benissimo il problema del Sindaco di Erice che non sa come liberarsi dei mezzi acquistati, che ha tentato di “appioppare” prima all’Aimeri che non li ha voluti, poi a Trapani Servizi, che non li ha voluti, vista i costi proposti, ed ora al Comune di Trapani. Mi dispiace per lui, ma può tenerseli, visto che la comunità trapanese non ha bisogno dei suoi mezzi.
», aveva sostenuto Fazio l’11 novembre 2009.

Ancora, sempre Fazio, aveva rivangato la vicenda lo scorso 14 aprile 2010, domandando:
«perché non dice ai suoi cittadini che a Rigaletta ha un parco macchine inutilizzato ed abbandonato e sborsa i soldi dei cittadini per pagare un’azienda esterna?».

Tranchida mentre in un primo momento s’era preso i meriti sui media di regime del «successo» sostenendo, sul sito del proprio movimento, grazie alle progettualità sue e della sua amministrazione «superato l’attento e meticoloso esame dell’Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque, sono stati finalmente finanziati, rispettivamente con decreto n° 292 del 7 agosto, il primo e per un importo di euro 3.146.721 e, con decreto n° 289 del 6 agosto, l’altro, per un importo di euro 2.367.836», oggi si difende sostenendo che i soldi spesi («gettati alle ortiche» diremmo), tanto, non sono del Comune ma si tratta di un «beneficio finanziario europeo conseguito con l’apposito progetto predisposto dalla nostra amministrazione» (TrapaniOk, 17 aprile 2010).

Francesco Borghi, oggi, nel proprio esposto, denuncia la situazione di abbandonando dei mezzi acquistati coi fondi europei, gli art. 316 bis, 316 ter e 640 bis del Codice penale
ovvero per truffa comunitaria avendo acquisito i mezzi con Fondi comunitari. La norma infatti punisce chi “non li destina alle predette finalità” o addirittura avendo percpito tali finanzimenti in maniera indebita ovvero con “l’omissione di informazioni dovute” (l’attivazione prossima dell’ATO …).

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