GLI STUDENTI NON ENTRANO, MA E’ GIALLO!

Camillo Iovino

Camillo Iovino

VALDERICE (TRAPANI) – Ci ha molto colpito l’articolo di Pamela Giacomarro sul «Giornale di Sicilia» di venerdì scorso. Un «attacco» di stile eccessivamente retorico, informazioni incomplete, quando non distorte. A partire dal titolo, di cui di norma è responsabile altra figura del giornale piuttosto che la semplice articolista, si ha l’impressione che l’articolo abbia un fine prevenuto e programmato. Non pensiamo che sia questa la maniera, per un giornale leader quale il «Sicilia», di fare informazione.


Già immaginiamo la giovane discepola del De Amicis, Pamela Giacomarro, con tanto di penna in piuma d’oca, calamaio e alloro in testa, mentre verga l’articolo, che così attacca
: «Il suono della campanella doveva dare il via alla festa, perché il primo giorno di scuola è un giorno di festa. Non lo è stato, però, per 211 bambini che frequentano il plesso Giovanni Falcone di Valderice, costretti a rimanere fuori dall’istituto perché sprovvisto di sistema antincendio. E la gioia nel rivedere il compagnetto di banco si è presto trasformata in delusione smaltita, ma solo in parte, con un chiassoso girotondo nell’atrio ..».

Pamela Giacomarro

Pamela Giacomarro

Quattordici righe, un’intera colonna, dedicata all’allegoria. E la notizia? Il lettore «curioso» è costretto ad andare oltre per cercarla. Ma la regola principe del «giornalismo», quella delle 5 W, pare dimenticata dall’articolista. E quindi la notizia principale, il «Who» (Chi), resta uno sconosciuto al lettore.

Chi ha chiuso la Scuola? Per Giacomarro è sufficiente «Chi, finora, aveva chiuso un occhio ha deciso di tenerli aperti tutti e due». Grazie. Una persona che sa come funzionano queste cose potrebbe solo immaginare che il «Chi» sia il dirigente scolastico della «Falcone» di Valderice. Ma questo è un articolo, o lo dovrebbe essere, non un capitolo di un romanzo di Agatha Christie. Se non indica il «Chi», figurarsi se l’articolista si prende la briga di capire e far sapere ai lettori il «Why», ovvero il perché per cui il «Chi» ha deciso di fare questa scelta, dato che la situazione della mancato rispetto delle norme antincendio si trascina dal 2002 …

Anche la nostra deduzione su «Chi» sia il «colpevole» però non è certa, perché cozza colla frase, riportata nell’articolo da Giacomarro,
«ieri mattina, mamme e papà non hanno fatto entrare i loro figli»! Allora piuttosto che il dirigente pignolo sembrerebbe che il «colpevole» siano i genitori e qui ci sarebbe da domandarsi sempre il «perché» o «istigati da chi».

Ma il «giallo» s’infittisce quando da un lato si legge una presunta docente della scuola «dopo aver trascorso un’intera giornata a spostare banchi ed armadi» (e questo ci fa supporre che il docente non sia un docente ma un ATA) afferma che loro «siano stati informati 48 ore prima dell’avvio dell’anno scolastico» e, soprattutto, dall’altro, quando nel titolo si legge «gli studenti trovano la scuola chiusa».

ImageAllora si torna a credere che il «colpevole» sia il dirigente scolastico. Tuttavia tutto il «quadro» del «luogo del delitto» appare incoerente e contrastato. L’articolista ci mette del suo a fare confusione. Nel «pezzo» rimanda a presunti «scaricabarile tra Comune e Regione e superficialità da parte di qualcuno nell’assumersi, negli anni passati, responsabilità …». Che c’entrano la Regione o il Comune? Non lo sappiamo. Giacomarro non ci informa!

Dagli «indizi» emerge, sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo), un fatto. E’ cambiato il dirigente scolastico e il nuovo non si vuole assumere le «responsabilità» che si è assunto, per «superficialità», il precedente per otto anni. E quindi non vuole fare entrare a scuola più dei «cento alunni» per cui è tarato il sistema antincendio.

Cosa può fare in questo caso l’amministrazione del sindaco Iovino se non predisporre «un piano di emergenza» e dirottare, in attesa che i lavori di messa in regola della scuola siano appaltati e svolti, gli alunni «in altri plessi»? Nulla, crediamo proprio. Ma l’articolista non può «esimersi» dal riportare una dichiarazione che condanna l’operato del sindaco di Valderice «decisione, questa, contestata da genitori ed insegnanti».

Glissiamo su altre «perle» dell’articolo. A partire dai sapienti riferimenti alla «scuola dedicata al magistrato ucciso nella strage di Capaci», tutti aventi un unico scopo. Creare un contrasto nell’immaginario del lettore, fra «Falcone» e «Iovino», fra «le mamme ed i papà» ed il «Iovino», fra la «festa», e la «gioia», e «Iovino».

Il fine dell’articolo era proprio questo: mettere in cattiva luce l’amministrazione, quell’amministrazione di Valderice il cui «colore politico» e la cui relativa «indipendenza» (e quindi assenza di «copertura» da parte dei pezzi grossi del PDL) contrastano col «colore» con chi ha scritto l’articolo. Hai voglia poi di dire che Berlusconi quando parla di stampa «comunista» abbia torto!

Naturalmente un articolo sui problemi in apertura delle scuole di Erice o Trapani, sul GdS, ed a firma della Giacomarro, noi non l’abbiamo visto. Ma sarà stata una nostra svista.

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