IL CENTRO STORICO CADE A PEZZI

Centro Storico TrapaniSi sta via via polverizzando il centro storico di Trapani e quando si afferma questo di certo non si sbaglia. Basta guardare agli esempi che si sono succeduti in città nell’arco di quest’ultimo anno per accorgersi dello stato di abbandono in cui versano i quartieri antichi della città, i quali sono sempre più oggetto di crolli e cedimenti strutturali. Via Tipa, via Giudecca, via Catito, via Spalti ed ancora via Giudecca appena il mese scorso: oramai i crolli si ripetono con regolarità …

… e con il rischio che prima o poi qualcuno ne possa rimanere coinvolto, come accaduto l’aprile scorso quando il crollo di un palazzo nella via Giudecca ha distrutto un’automobile dalla quale i proprietari avevano appena fatto in tempo ad uscire. Proprio la “Giudecca”, il vecchio quartiere ebraico di Trapani è la zona più colpita, la zona che più di altre risente di questo abbandono.

Ad oggi, qualcuno potrebbe obbiettare che, invece, molto è stato fatto per il centro storico, ma a ben pensarci forse si è dato troppo credito a quella che è stata un’ottima operazione di marketing. Ci si riferisce alla via Garibaldi, certo oggi bella, bellissima per carità, oppure alla via Torrearsa, anch’essa oggetto di un restyling col basolato.

Ma non basta “piastrellare” una via per parlare di recupero del centro storico, né bastano le attività commerciali: è necessario riportarvi la gente, è necessario che vi siano “abitanti”.

La ricetta per rivitalizzare e ripopolare un centro in agonia è quella di ripristinare le attività artigianali e i vecchi “pizzicagnoli”. Avere a disposizione i generi di prima necessità è fondamentale per gli abitanti affinché si torni a ripopolare un quartiere, al contrario se si punta tutto su bar, ristoranti, pizzerie e negozi di lusso si sarà realizzato solamente un centro commerciale all’aperto, ma non parlateci di centro storico che rivive.

San Pietro, la Giudecca, il quartiere Catito, tutti quartieri dove lo svuotamento di residenti è progressivo, ma sono, anche, i quartieri che ancora conservano un’anima storica, della Trapani che non c’è più, i quartieri dove ancora la gente vive e pensa ad una vita più a misura d’uomo, cercando di sopperire all’abbandono da parte delle amministrazioni con l’iniziativa privata. Come avvenuto l’anno scorso, quando furono gli abitanti del quartiere ad addobbare la via a festa per il Natale.

Ma quest’anno per le festività natalizie, alla Giudecca, non sarà fatto nulla, l’unico “addobbo” sono i tubi della struttura messa lì dal Comune per sorreggere un palazzo da altri eventuali crolli, nell’attesa dell’annunciato monitoraggio o del prossimo crollo. Perché? Perché di fronte all’abbandono anche la buona volontà, dopo aver resistito, svanisce sotto i colpi dell’indifferenza amministrativa.

Otto mesi e tre crolli dopo al Comune si sono decisi: l’ufficio tecnico Comunale dovrà individuare gli edifici ubicati nel centro storico che possano costituire una situazione di pericolo e procedere all’eliminazione di tali situazioni.

Questa sorta di censimento dovrà essere eseguito entro il 20 febbraio 2005 e supportato da quanto occorrente per ingiungere ai proprietari, con apposita ordinanza, l’esecuzione dei lavori e degli interventi occorrenti per eliminare le situazioni di pericolo. In caso di inottemperanza il Comune provvederà d’ufficio con spese a carico dei proprietari inadempienti.

Certo, almeno i propri edifici pericolanti l’Amministrazione li dovrebbe pure conoscere e, dove ce ne fosse bisogno, intervenire. Invece si verificano casi come quello del crollo delle pensiline del Bar Tritone – il locale è del Comune – il 9 novembre scorso.

Ma se è possibile ingiungere con ordinanza ad un proprietario di intervenire per la messa in sicurezza, perché non è stato fatto prima?

Con un po’ di fantasia potremmo pensare che quasi conviene davvero far crollare interi quartieri: nessun costo di demolizione per i proprietari, area edificabile, nuovi investimenti, magari qualche condominio e un bell’albergo in centro in vista della Coppa America …

Per fortuna è solo fantasia …

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