IOVINO: VICINI A IMPRESE E CITTADINI

Camillo Iovino

Camillo Iovino

VALDERICE – Camillo Iovino ha già annunciato la propria disponibilità a candidarsi a sindaco di Valderice. Una grossa responsabilità che tuttavia non lo spaventa anzi lo stimola. I cittadini si chiedono quali siano le linee guida del suo programma.
Lui, in maniera chiara e netta, non ha avuto difficoltà ad illustrarcele. «Tre saranno – chiarisce – le linee su cui si baserà il nostro programma: …

… la legalità sostanziale e la pari opportunità nelle scelte dell’Amministrazione, la riorganizzazione dell’apparato burocratico che elimini i passaggi inutili e migliori il rapporto coi cittadini, la partecipazione dei cittadini e del tessuto sociale ed economico a scelte strategiche condivise ed utili per il nostro territorio».

«Questi obiettivi – precisa – saranno raggiunti soprattutto con a trasparenza dell’azione amministrativa e con la piena informazione ai cittadini».

«E’ chiaro – aggiunge ancora Camillo Iovino – che il rilancio dell’economia del nostro territorio e la creazione di nuovi posti di lavoro, si ottengono sia facendo ripartire gli investimenti pubblici, che, soprattutto, sostenendo in maniera coerente la nostra piccola e media impresa».

Chiediamo al candidato sindaco di illustraci alcuni degli interventi per realizzare questo rilancio. «Occorre mettere subito in cantiere le opere pubbliche già finanziate – prima fra tutte le fognature  – nonché quelle altre utili ed essenziali opere previste dal Piano Regolatore, e bisogna sopratutto mettere mano ad una sua oculata rivisitazione eliminando gli errori che molti cittadini stanno subendo».

Per “fare”, tuttavia, ci vogliono i danari e, si sa, Valderice non sta navigando in acque tranquille, da questo punto di vista.

Lei come troverà le risorse finanziarie necessarie? «La vittoria di Silvio Berlusconi e Raffaele Lombardo, sicuramente permetterà di creare le opportune sinergie di supporto al risanamento del bilancio comunale.
 
In ogni caso noi faremo la nostra parte iniziando a tagliare alcuni “costi della politica”, riducendo il numero degli assessori ed utilizzando i consulenti in maniera oculata, ma anche diminuendo la “litigiosità” dell’Ente che si ripercuote sulle spese legali».

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