LE BANDE DEI MISTERI

Mons. Fransceo Miccichè

Mons. Fransceo Miccichè – vescovo di Trapani

Passato il carnevale (dal latino “carnen levare”, vale a dire “togliere la carne”, non mangiare carne) cioè quel periodo che precede quello in cui la Chiesa proibisce di mangiare carne il venerdì e per tutto il lungo periodo della quaresima.

Con la sua conclusione entra nel vivo anche, per noi trapanesi, un periodo particolare durante le quali si ricomincia a parlare con più insistenza di processioni, Misteri e Scinnute e, immancabilmente, da dieci anni a questa parte, anche del Vescovo che sull’argomento ha le sue idee che molti condividono ma che molti altri vedono come un attentato alla tradizione e alla storia.

Fermo restando che l’unica forma di tradizione, che poi tradizione non è, che il porporato deve tutelare è quella religiosa, possiamo affermare che anche quest’anno non mancheranno le solite polemiche relative alla Confraternita di San Michele (ancora congelata), l’itinerario della processione (sempre più slegato dalla tradizione) e le musiche (new entry di quest’anno).

Durante l’incontro con i giornalisti in occasione della festa di San Sebastiano, oltre alle solite ovvietà sull’informazione che deve essere libera (giustamente per carità – ma si dice sempre ma non lo si fa mai…) è saltato fuori, naturalmente, anche qualche domanda sui Misteri che il Vescovo, nelle sue intenzioni, vorrebbe ricondurre a una dimensione maggiormente religiosa.

Niente incappucciati anche quest’anno, storia vecchia questa ampiamente disquisita e sviscerata in vari ambiti.

Qualche variazione proposta sul tema come la totale abolizione delle banda musicali, se non subito da quest’anno, almeno progressivamente, da sostituire con canti religiosi che lascino più spazio ala preghiera e alla riflessione religiosa. Il Vescovo ha sottolineato che è suo compito garantire l’aspetto religioso della processione, cosa che i suoi predecessori spesso, hanno mancato di fare.

Festa dell’aurora la domenica di Pasqua: uno snodo fondamentale per comprendere la processione dei due giorni precedenti, una celebrazione necessaria a spiegare le ragioni del Venerdì Santo. Senza una Pasqua di resurrezione non avrebbe senso ricordare la passione che potrebbe essere facilmente ricondotta ad una sfilata di carri in stile post-carnascialesco.

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