LE BOCCE FIGLIE DI UN DIO MAGGIORE

Giacomo Tranchida

ERICE – La coerenza non ha casa ad Erice. Qui, infatti, è il regno della manipolazione. Governato da un’amministrazione che forse è corretto definire orwelliana. Prendiamo ad esempio il caso dei quattro campi di calcetto parrocchiali (Ballata, Napola, Trentapiedi e Pizzolungo) finanziati per 25.000 euro ciascuno dal Comune e del campo di bocce in fase di progettazione per poi essere realizzato direttamente dal Comune per una spesa che supererà le 800.000 euro. Quale progetto c’è dietro una scelta che appare incoerente? Gli annunci per la realizzazione del bocciodromo e per quello dei campi di calcetto escono dalla stessa bocca? Tranchida che sconfessa se stesso?

E’ certo che fu Tranchida, lo scorso 5 aprile 2011, durante la cerimonia d’inaugurazione del nuovo campetto parrocchiale della Madonna di Fatima finanziato dal Comune, a dichiarare che «il contributo comunale per l’impianto in questione, al pari degli altri 3 finanziati, equivale ad un moltiplicatore d’investimento pari a 1.000 volte di più, sotto il profilo finanziario (l’impianto ex novo, previa espropriazione e realizzazione sarebbe costato non meno di 250.000 euro cadauno)». Per poi accennare ad una «logica di sistema sociale integrato che conferma ancora una volta nelle Parrocchie … i nostri partner privilegiati».

Se questo è il Tranchida pensiero, condivisibile o meno, come mai, invece, ha deciso di spendere 800.000 euro per realizzare, a prestito, un campo di bocce nella frazione di Napola?

Per le bocce non c’erano «moltiplicatori», non c’era la logica di «sistema sociale integrato» colle Parrocchie?

Tranchida crede in quel che dice o usa parole d’occasione, di volta in volta?

Leggiamo, infatti, sul sito del Comune, l’annuncio che «la Giunta Tranchida … ha approvato e il 29 Aprile candidato al Fondo regionale per l’impiantistica sportiva il progetto per la realizzazione di un bocciodromo nella frazione di Napola». Dell’impianto si sa – sempre per averlo letto nel comunicato istituzionale – che «prevede la realizzazione di 4 piste di gioco, con annessi servizi». Nelle more dell’eventuale finanziamento – inteso come prestito – il Comune ha impegnato, già, di suo, alcune decine di migliaia di euro per parcelle a tecnici esterni per le progettazioni.

Da parte nostra, smonteremmo facilmente i «moltiplicatori» di Tranchida per il semplice fatto che i campi di calcetto parrocchiali – quindi di proprietà privata – realizzati/manutenzionati coi soldi del Comune, quindi pubblici, non sono certo idonei a svolgervi alcuna attività sportiva agonistica.

Non sono omologati dalla FIGC. Sono privi, infatti, di spogliatoi idonei, di – quindi – impianti di riscaldamento ed idrici. Taluni sono in cemento addirittura (vedi Pizzolungo), e quindi inutilizzabili colle piogge. Sono da definire, quindi, impianti ricreativi e stagionali piuttosti che impianti sportivi veri.

Non comprendiamo, però, la diversa scelta politica di fornire un impianto «a norma» a chi gioca alle bocce a Napola, ed, invece, di fornire solo spazi ricreativi e stagionali a chi vorrebbe fare calcetto, costringendo le società sportive e le scuole calcio ericine a fruire di impianti privati o fuori Comune per allenarsi o, spesso, giocare.

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