Meglio scrivere post lunghi o post brevi?

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La giusta lunghezza dei post è uno degli argomenti più dibattuti fra gli specialisti di strategia SEO e fra i web writer, ovvero coloro che scrivono contenuti per i blog.

In sostanza: è meglio pubblicare sul blog – aziendale o personale – post brevi o lunghi ?

Per rispondere a questo quesito dovremmo prima porci un’altra domanda: quando un post può essere definito breve o lungo? Anche qui non c’è una regola fissa.

Bene, a questo punto possiamo tornare alla questione principale: post brevi o lunghi ?

Ci potremmo fidare, tuttavia, del plugin di WordPress dedicato (Yoast SEO). Questa applicazione suggerisce di scrivere post (articoli) di misura che «supera o è uguale al minimo raccomandato di 300 parole».

Non ha dubbi il blogger “Pennablu”: «Un articolo di 300 parole è breve. Un articolo di 1000 parole è lungo».

Post lunghi: Pro e contro

A favore del post lungo, Alessandro Rea scrive su “AreaInBound”: «Generalmente, i post lunghi si posizionano meglio nelle SERP dei motori di ricercaGoogle ama i contenuti dettagliati. Come riportato da SerpIQ, i primi 10 risultati di Google hanno, nella maggior parte dei casi, più di 2.000 parole. Il 75% degli utenti non va oltre la prima pagina dei risultati di Google. I contenuti lunghi portano sul sito i lettori più interessati. E li coinvolgono per più tempo. Se scritti correttamente, trasmettono la tua competenza su un argomento specifico».

Tuttavia, il rischio più evidente che si corre pubblicando post molto lunghi è quello di annoiare il lettore e di farlo scappar via. Per evitare che accada, è fondamentale utilizzare un linguaggio capace di mantenere alta l’attenzione dall’inizio alla fine, dare una struttura chiara al testo e usare in modo tattico la formattazione.

Post brevi: Pro e contro

Altri scrivono a favore del post breve: «Il vantaggio più evidente dei post brevi è la rapidità con la quale possono essere fruiti dal pubblico che li leggeUn post breve, inoltre, può essere letto facilmente da mobile, anche sugli schermi più piccoli. Considerando che il traffico da smartphone e tablet ha oramai superato quello da desktop, è un aspetto da non sottovalutare».

Sempre “PennaBlu”, col suo stile chiaro e diretto, spiega: «La gente non ama leggere: sappiamo tutti che ci sono quasi più autori che lettori. La gente non sa leggere: secondo uno studio del linguista De Mauro la maggior parte delle persone ha difficoltà a capire l’italiano. La gente legge dallo smartphone …».

Conclusioni

Per fare la scelta giusta devi tener conto delle abitudini di lettura del pubblico al quale ti rivolgi. Personalmente, io credo che una lunghezza fra le 300 e le 1000 parole, quindi né breve né lunga, sia la scelta da preferire.

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