MUSEO PEPOLI TRA STORIA E… MERDA

Il Museo Regionale Pepoli è uno dei Musei più importanti che abbiamo in città, per via delle testimonianze in esso contenute: pare, addirittura, che uno dei quadri che si possono ammirare al suo interno, sia nientemeno che di Tiziano. Si tratta di un quadro raffigurante San Francesco.

La sede museale è consona al suo contenuto: infatti è il trecentesco ex convento dei Padri Carmelitani, ampiamente rimaneggiato tra il Cinquecento ed il Settecento.

Il colpo d'occhio che offre è splendido, con l'ampio chiosco che gli fa da anticamera, gli alberi e il pozzo al centro del piazzale.

Cominciando il giro si incontrano già i primi accenni di storia: le palle di cannone accatastate in un angolo fanno sfoggio di potenza, anche se di una potenza un poco datata. Purtroppo andando avanti, sempre prima di entrare all'interno, si incontra non solo la storia ma anche la… natura! Nel senso che, abbiamo si potuto ammirare statue in tufo (molto delicato), un sarcofago, degli stemmi, delle pietre di volta che appartenevano alle porte d'ingresso alla città, la statua di una sirena che apparteneva ad una fontana (la fontana della sirena appunto) ma il tutto punteggiato da più o meno abbondanti strati di escrementi.

Si sa, le colombe e le tortore non posseggono un elevato amore per la storia e l'arte, e non ci si deve stupire se vanno facendo i loro bisogni un po dove capita.

Vedere alcune testimonianze della nostra storia lasciate così, alla mercè degli… eventi, lascia quantomeno un po perplessi. Non eravamo i soli a girare per il chiostro e neanche ad esprimere dei commenti negativi sulla disposizione di stemmi, statue e bassorievi.

Quando ci si trova d'accordo su qualche punto, che suscita sentimenti di indignazione è facile scambiarsi delle opinioni e così è capitato di parlare con una famiglia di Bologna, venuta per le feste a trovare i parenti la quale ha detto che, secondo loro “Era assurdo sistemare tutto quel ben di dio fuori l'area museale vera e propria. In certe zone del nord Europa si fa Museo con tutto e in questo chiostro, all'aperto, ce ne sarebbe abbastanza per approntarne uno.” Si avvicina un'altra coppia, questa volta di Trapani, che, ci raccontano, ad agosto sono stati in nord Europa: “E' vero! Ad Helsinki, per esempio, fanno i musi con niente: esiste un museo delle armi e dei giocattoli, funzionano e sono curati molto meglio di questo, ma sono molto più poveri del nostro. E' un problema di gestione, non di contenuti…”. Anche noi diciamo la nostra e poi salutiamo continuando il giro all'interno dell'ex convento.

Ammiriamo le statua prima presenti alla Fardelliana (all'epoca in cui ancora era una chiesa), la ghigliottina, le statua che originariamente si trovavano nella Cappella dei Marinai, la carrozza, degli afreschi provenienti dalla chiesa di Sant'Agostino e i quadri di Santa Maria di Gesù, le statuette di cartapesta e i presepi, i coralli e il tesoro della Madonna, le maioliche e i pavimenti: insomma ammiriamo la nostra storia e il nostro passato.
Il giro, dopo circa un'ora e mezza, termina e anche noi mettiamo la nostra firma e il nostro commento sul libro delle visite, non mancando di leggere quelli altrui.
Ricco” scrive qualcuno, “Poco sfruttato” qualche altro, “Perle gestiste da porci” il commento un poco pesante di un signore di Messina, “Ottimo, ma orari di fruizione pessimi” un altro commento.
Alla fine usciamo e rivediamo gli escrementi di piccione sulle statue e pensiamo che forse è il modo che questi volatili hanno per esprimere il loro disappunto.
 
NOTE: le foto del museo si trovano sul sito Trapanipix 

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