Pumo, il consigliere – barman per se stesso

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TRAPANI – La vicenda del consigliere comuanle di Trapani Salvatore Pumo (MPA), alle prese colla difficile ricerca di un posto di “lavoro” fisso, si arricchisce di una nuova puntata.

Il nostro, infatti, non ha sempre lavorato, come “direttore tecnico”, per la “Soluzioni e Servizi Ambientali Srl”, l’azienda di cui è titolare l’ottantenne mammà Antonina Milazzo, vedova Pumo (vedi articolo: IL CONSIGLIERE PUMO E L’AZIENDA DI FAMIGLIA), ma ha fatto, prima, la dovuta “gavetta”.

In particolare, il sig. Salvatore Pumo ha maturato, in precedenza, un’esperienza lavorativa, presso il bar di Largo San Francesco di Paola, 11, a Trapani. Un lavoro onesto, certo, e ben pagato. Ben pagato, perché il signor Pumo, infatti, è stato fortunato di lavorare per la GI.SAL., un’Azienda che, diversamente, dalle concorrenti, mette “in regola” i propri dipendenti, cassieri o banconisti che siano, e riconosce loro lauti stipendi.

Quest’ultima informazione risulta chiara, rilevando che la GI.SAL., – a norma L.R. 30/2000, art. 20 , ha presentato richieste di rimborso per complessivi 10.268 euro al Comune di Trapani per le mancate prestazioni del proprio dipendente Salvatore Pumo dovute allo svolgimento dell’attività di consigliere comunale dello stesso. Riscontrato che le richieste si riferiscono al periodo che va dal 4 giugno 2009 – data di assunzione di Salvatore Pumo da parte della GI.SAL. – sino ad ottobre 2009, e che la GI.SAL. dichiara in 74 giornate le assenze complessive del lavoratore Pumo, è facile conteggiare in 138,75 euro medi al giorno il “costo” del dipendente.

La conoscenza di questa informazione, che contrasta – crediamo – un tantino col mercato del settore, ci ha, però, incuriositi.

Abbiamo deciso, pertanto, di incrociare le informazioni reperite sul sito del Comune di Trapani con quelle della Camera di Commercio di Trapani. Abbiamo scoperto, quindi, che il nostro Salvatore Pumo lavorava … per sé stesso.

Dalla visura camerale, infatti, si rileva come la GI.SAL. Sia stata costituita solo il 3 novembre 2008 e che ha un assetto societario composto dallo stesso sig. Salvatore Pumo e dalla signora Vita Spata, con un capitale di 10 mila euro egualmente ripartito fra i due. Questo fatto non ha impedito, però, alla GI.SAL di richiedere 10.268 euro di rimborso al Comune ed al dott. Antonino Piacentino, dirigente del Comune, di riconoscere e liquidare la somma. Somma che, sia come sia, ha minato – nel suo piccolo – le disponibilità del Comune per l’erogazione di servizi alla Collettività.

La gestione GI.SAL del bar di largo San Francesco di Paola è improntata a diverse stranezze. In Camera di Commercio, ad esempio, risulta aver avuto due dipendenti, di cui uno nella persona del nostro consigliere comunale. Immaginiamo i notevoli sacrifici del collega, quindi, quando, in quei 74 giorni d’assenza del Pumo, l’unico dipendente in servizio s’è dovuto prestare a coprire tutti i turni di lavoro. Ancora strano ci appare il fatto che nel terzo e quarto trimestre del 2009, poi, i dipendenti dichiarati alla Camera di Commercio scendano, inspiegabilmente, ad uno. Chi apriva – ci domandiamo – allora il bar, atteso che il signor Pumo risultava assente dal lavoro 18 giorni a giugno, 15 a luglio, 8 ad agosto, 17 a settembre e 16 ad ottobre, come si evidenzia dalle determine dirigenziali n. 616 del 23 novembre 2009 e n. 658 del 30 dicembre 2009?

Di certo, c’è solo che, dopo il primo periodo di “prova” il signor Pumo, nel mese di dicembre 2009, sia stato “promosso”, dall’Azienda di cui era socio al 50%, “istitore” nonché di “delegato alla somministrazione”. Salvo, però, dal successivo febbraio 2010, iniziare a lavorare per l’Azienda della mammà. Vai a capire le dinamiche di queste scelte. L’attività della GI.SAL cessava, poi, il 29 novembre 2010 quando la Società decise di affittare la gestione del bar alla signora Eleonora Como, prima, e al sig. Augugliaro Alessio, dopo.

Anche questa storia ci fa “storcere” un poco il muso: rientra, a pieno titolo, nelle vicende che narriamo inCONSIGLIERI COL DOPPIO LAVORO e, pur trattandosi, di certo, di una vicenda che è perfettamente legale, riteniamo che si tratti di una “anomalia” cui qualcuno dovrebbe mettere mano, per non far considerare i consiglieri comunali solo come vincitori di una LOTTERIA DA 5 MILIONI DI EURO.

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Una risposta

  1. la felpa granata di Pumo ha detto:

    direi anche Consigliere per se stesso….ma perchè il Comune di Trapani deve avere rapporti di fornitura del genere? Chissà se questa notizia è notiziabile per Trapaniok (ma forse no perchè dietro c’è il candidato a Erice)o per telesud (ma forse neanche perchè ci sono liste e candidati in gioco)