TRAPANI E GLI INCENERITORI SICILIANI

La realizzazione di 4 inceneritori in Sicilia sembra essere una questione che a noi trapanesi interessi poco o nulla invece prevedere termovalorizzatori con questo dimensionamento significa dire addio per sempre a una seria politica di riduzione e di raccolta differenziata visto che sarebbe mandata all’incenerimento la quasi totalità dei rifiuti prodotti nell’isola.

 

E allora?, potrebbe dire qualcuno (se non la stragande maggioranza di chi sta leggendo?) Beh, allora non è affatto vero che una corretta gestione dei rifiuti comporti un aumento dei costi. Nelle città italiane dove avviene una buona raccolta differenziata, una famiglia paga una tassa in media di 150 euro all’anno. In Sicilia, dove non supera il 5,5 per cento, si arriva anche a 300 euro.

Trapani, e lo abbiamo davanti gli occhi, ha degli amministratori che preferiscono mettere basolato piuttosto che ridurci le tasse, dicono di combattere le ATO per non farci pagare di più ma evitano di porre in essere atti concreti per la riduzione della tassa dei rifiuti.

E con gli inceneritori la situazione per le tasche dei cittadini peggiorerà. Vedremo se verremo tutelati con la stessa veemenza con coi ci hanno tutelato contro le ATO.

Questo affare da circa 7 miliardi di euro giova alle quattro associazioni temporanee di impresa i cui interessi sono ampiamente tutelati da questo accordo. Non a noi cittadini.

L’accordo fra i governi nazionale e regionale potrebbe creare le condizioni affinché anche la Sicilia, in futuro, si trovi di fronte ad emergenze come quella campana. Nell’isola non è mai partito il sistema della gestione integrata dei rifiuti. In questo contesto la scelta della Regione Sicilia non è stata quella di agevolare la diffusione di impianti di trattamento e recupero dei rifiuti proposti dagli enti pubblici, ma ha agevolato le grandi discariche gestite da privati che realizzano profitti altissimi con costi sempre più elevati sia per i Comuni che per i cittadini. In questo contesto il via libera alla realizzazione dei quattro inceneritori, con il contrappeso risibile di presunte riduzioni delle emissioni e di un protocollo di legalità ancora da venire, non può che allarmare i siciliani. La raccolta differenziata, a questo punto, non partirà mai ed i raggruppamenti di impresa che gestiscono “l’affare inceneritori” brinderanno ai futuri lucrosi profitti, già garantiti dalle convenzioni che gli consentono di incenerire i rifiuti “tal quale”, non differenziati e non trattati.

Tutto ciò pone un'altra urgenza e cioè che le ecomafie non entrino nel giro di tale gestione e che dunque che si consideri il rischio tangibile, anzi assai probabile, che invece ciò si verifichi.

E Trapani? Intanto, come detto, niente raccolta differenziata, niente riduzione della Tarsu (salvo infervorati interventi si super M.), e con il rischio che tutta l'immondizia della provincia venga raccolta qui dove potrebbe essere creato un centro di stoccaggio e di creazione delle famose ecoballe, termine che, ironia del destino, indica anche lo spessore delle presunte verità che ci hanno raccontato sulla bontà dei termovalorizzatori.

Approfondimenti:

Funzionamento degli inceneritori 

 Intervista sullnceneritore 

in caso qualcuno portasse avanti l'esempio dell'inceneritore di Brescia come modello positivo

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