ERICE RICORDA FALCONE E BORSELLINO

ERICE – “Fariseo, s.m. chi guarda più all’apparenza che alla sostanza”. Quale migliore definizione dare alla manifestazione, organizzata mercoledì scorso dal sindaco di Erice, rag. Giacomo Tranchida, per ricordare la figura del giudice Paolo Borsellino. Una manifestazione nata, ci sembra, per guadagnare solo spazio sulle pagine dei giornali e credibilità tra le autorità istituzionali.
La realtà delle cose è che tra autorità, amici e parenti, c'erano una cinquantina di persone. I cittadini veri e propri meno di metà. E di questi i “locali” di San Giuliano si contavano sulle dita d'una mano. L'unico consigliere di Erice da noi notato è stato Gian Rosario Simonte (lo stesso Partito del sindaco, Erice che Vogliamo). L'unico consigliere di Trapani presente era Ninni Barbera. L'unico consigliere provinciale presente era Salvatore Daidone. L'unico assessore presente (se si eccettua l'avv. Giuseppe Caradonna che assessore è solo nella fantasia fervida di Tranchida) era, in quota Comune di Trapani, la marettimara Cettina Spataro. Il redattore cita tra presidenti del Consiglio di Trapani la Katya Bucaria (non l'abbiamo vista ad inizio manifestazione, ma magari sarà arrivata sul termine), ma dimentica di citare l'assenza “pesante” del Presidente del Consiglio ospitante di Erice, l'avv. Giovanna Millocca.
Ma posticcio è stato organizzare delle manifestazioni sportive (gare di calcio e calcetto) in un impianto dove non se ne svolgono da almeno una decina d'anni. Posticcio è stato collocare una coppia di porte di calcetto nel pomeriggio e toglierle la sera. Posticcio è stato lavare e riutilizzare per la loro destinazione d'uso gli spogliatoi, da anni usati per sede di attività dei Servizi civili. Posticcio riportare nell'articolo de La Sicilia che “il campo bianco diventerà una struttura all'avanguardia ...”, poiché nessuno è stato in grado di dire quando e con quali finanziamenti (ed abbiamo l'esperienza del Porto di Bonagia annunciato da oltre 10 anni …).
Insomma mercoledì è stato “trasmesso” un vero e proprio “festival del falso”. Con tanto di benedizione del vicario del vescovo Don Liborio Palmeri.
Leonardo Sciascia non aveva torto, lo ripetiamo sempre, con coerenza, quando stigmatizzava i “professionisti dell'antimafia”, ovvero coloro che, per fare carriera, in politica o altrove, sanno solo gridare la propria “anti-mafiosità” d'occasione. In tutto questo, scomodare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due persone che veramente – mettendo in gioco pure la loro stessa vita – si sono battute contro la mafia, è stata una cosa, per noi, di cattivo gusto.