Anna Garuccio: a Trapani si avverte “un clima da regime”

Garuccio-Tranchida

« Sembrerebbe che, a differenza di quanto avvenuto fino poco tempo fa, gli assessori non posseggano più l’autonomia per partecipare in audizione alle sedute in Commissione nella fattispecie in merito alle Delibere di loro competenza e di cui sono firmatari in base alla delega assegnategli alla data della nomina ».

Così parlò Zarathustra !

ERRATA CORRIGE

Delete: Zarathustra

Adde: Anna Garuccio

Mi scuso per l’errore involontario generato dalla mia <APP-SAPPILO.1> ancora in fase di perfezionamento.

La suddetta frase si appartiene alla consigliera comunale, prof. Anna Garuccio, che per suo modus operandi, scevro da condizionamenti e lontano molte miglia dalla voluntas dei padrini e dei padroncini di paese, non ha frapposto indugi a denunciare un sorta di condizionamento in capo agli assessori del Comune di Trapani, quale pare di capire che sia quel limite al loro legittimo diritto/dovere di partecipazione ai lavori delle Commissioni consiliari, per rispondere alle richieste di chiarimenti avanzati dai consiglieri che le presiedono.

La consigliera di minoranza, Anna Garuccio, non si è limitata a lamentarsi ma, Statuto alla mano, ne ha richiamato l’art. 24 comma 4 che così statuisce:

« … GLI ASSESSORI HANNO DIRITTO DI PARTECIPARE ALLE RIUNIONI DELLE COMMISSIONI CON DIRITTO DI PAROLA MA NON DI VOTO».

La prof. Garuccio, ha voluto essere esplicita ed ha pubblicato una sua “nota stampa” sul social Facebook, dettagliando la propria segnalazione, testualmente: « drammatica la risposta scritta e inviata via pec, da parte dell’assessore al Bilancio, Fabio Bongiovanni, previo invito espresso PER DISCUTERE SULLA DELIBERA DA LUI FIRMATA E DI SUA COMPETENZA. Egli infatti scrive di doversi in prima istanza confrontarsi con il sindaco “PER VEDERSI ASSENTIRE LA PARTECIPAZIONE ALLA RIUNIONE SUGLI ARGOMENTI DI CUI TRATTASI ».

L’assessore Bongiovanni: per aprire la bocca in Commissione mi serve assenso per sindaco!

La Garuccio, per fugare eventuali benevole o malevole interpretazioni dei lettori, di qualsiasi colore politico e di credo religioso, ha pubblicato integralmente, sulla propria pagina Facebook, la corrispondenza “mail” inviata dall’assessore Bongiovanni alla quarta Commissione consiliare.

L’immagine è genuina !

La dichiarazione della prof. Anna Garuccio

La predetta consigliera di minoranza, consapevole che ogni sua parola potrebbe essere usata contro di sé stessa, dal momento che a Trapani le querele sono fin troppo frequenti, così ha commentato:

« Quello che si registra a seguito delle dichiarazioni rese dall’assessore Bongiovanni, al di là delle motivazioni fornite dallo stesso, è un clima da “regime” che impedisce ai consiglieri di esercitare le proprie prerogative istituzionali ».

« È una gravissima lesione del principio di democrazia quella che si percepisce nel momento in cui gli assessori per partecipare ai lavori delle commissioni consiliari debbono essere autorizzati dal sindaco ».

Chiaramente noi non condividiamo il pensiero della consigliera Garuccio. A Trapani non esiste alcun “clima di regime” e nessuno può dubitare che qui sia radicata la democrazia, condizione che include il diritto alla libertà di poter criticare il sindaco.

Ma ancora, insiste la consigliera Garuccio nella sua “nota” stampa:

« Le spiegazioni fornite nel consiglio comunale di ieri sera sono chiaramente indicative del metodo che ho prima evidenziato parlando di clima da regime ».

« Il sindaco stesso, a dire dell’assessore Bongiovanni, potrebbe infatti sostituire ogni assessore nella interlocuzione con il consiglio e le commissioni. Se così fosse ci troveremmo di fronte ad un tuttologo che non avrebbe bisogno dei 9 assessori da lui nominati, e che di fatto delegittimerebbe la propria giunta ».

Se tanto mi da tanto, ipotizzando che gli assessori fossero solo portavoce del sindaco, quest’ultimo potrebbe farne a meno ed i contribuenti potrebbero ricavarne apprezzabili riduzioni degli importi che pagano sotto forma di tributi.

A volere pensar anche ad altri aspetti, lo stesso sindaco potrebbe restarsene a casa sua e da lì amministrare in smart working, ma ahimè la Giunta municipale non potrebbe deliberare perché il legislatore ha stabilito che sia un organo collegiale, poi chissà, da solo il sindaco potrebbe a colpi di innovativi “dipiciemme” municipali o decreti!

Non poniamo limiti ai cambia-menti !

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