BIRGI: STOP ALLO SVILUPPO!

Sull'Espresso in Edicola questa settimana il Ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, “taglia” l'aereoporto di Trapani-Birgi. Riportiamo ampi stralci dell'intervista. «Abbiamo troppi aeroporti, e non ci sono regole precise sulle compagnie low cost», afferma il Ministro che fa una proposta: «Vogliamo fare una classificazione degli aeroporti per dire quali sono di rango nazionale, regionale o locale». Intanto nei primi 10 mesi del 2005 Trapani ha perso il 22,4% di traffico rispetto al 2005 scendendo a soli 262.517 passeggeri trasportati.

Il Ministro ne fa anche un problema di sicurezza: «Chiunque ha un aereo e due equipaggi apre una linea. Ma i controlli non sono sufficienti. Peccato che questo il passeggero non lo sappia: sa solo che paga 15 euro per andare a Londra e va», ma anche di soldi «Se si trattasse davvero di operazioni a carattere imprenditoriale, niente da dire. Ma nella maggior parte dei casi non è così. Le società aeroportuali pagano per attirare le compagnie. E quasi sempre si tratta di soldi pubblici». Insomma, spiega L'Espresso, «va a finire che è l'erario che finanzia le low cost e che, in ultima analisi, paga il biglietto a quelli che le utilizzano».

«E' la 'libertà' degli scali sul piano dei collegamenti che deve avere una regola. Oggi tutti possono fare quello che vogliono. Sembra una grande libertà, ma non lo è. Perché spesso si fanno concorrenza, magari a pochi chilometri di distanza. Ecco un esempio, proprio nel territorio del ministro, eletto in Calabria: nella regione c'è un aeroporto a Reggio, uno a Lamezia, un altro a Crotone. E se ne vorrebbero fare altri due: candidate Sibari e Vibo Valentia. Che senso ha una simile moltiplicazione?» – insiste il Ministro Bianchi.

E come poi dovrebbe realizzarsi questa classificazione? «I criteri sono più d'uno: valutare infrastrutture, dotazioni di sicurezza e livello di qualità dei servizi aeroportuali, servirebbe a dare 'le stelle' agli scali come fossero hotel. Ma il criterio principe, quello più oggettivo, non può che essere quello del numero dei passeggeri: sopra il milione o sotto. Così avrebbero la classificazione di 'nazionali' poco più della metà degli aeroporti italiani, gli altri – da Brindisi a Pescara, da Ancona a Trieste – rischiano l'etichetta di 'regionali'». 

«Con quali conseguenze? Non si tratta di eliminare degli aeroporti, ma di stabilire cosa possono fare», dice il ministro «Per esempio, da Reggio Calabria, in piena estate, si può essere in un'ora alle Eolie: c'è una vocazione stagionale. Altro caso, l'Emilia-Romagna, dove c'è una overdose di aeroporti. Se fossero gestiti da un'unica società, invece di farsi concorrenza, potrebbero specializzare le destinazioni».

Insomma: «Si tratta di fare una sana programmazione: la liberalizzazione è tale se i vari soggetti si possono muovere in un quadro di regole. Altrimenti è solo anarchia, da cui a guadagnare non è mai il passeggero», conclude il ministro.

«Tutto bene, ma qualcuno dovrà rinunciare a qualcosa?», domanda il giornalista. «Questo è certo, non ci piove», dice Bianchi. Già, ma a cosa? «Intanto, i regionali dovranno scordarsi il traffico internazionale. Basta dispersioni di passeggeri in mille rivoli. Per viaggiare fuori dei confini nazionali si dovrà andare negli aeroporti classificati per farlo»Anche Trapani che non raggiunge i 300.000 passeggeri (dati AssAereoporti ), diventerebbe un aereoporto regionale: stop ai voli per Dublino  ecc. previsti dalla Ryanair ?

Il ministro ha comunque un'arma in mano, e cioè le concessioni per l'attività aeroportuale. Oggi è l'Enac a darle, ma il ministero vuole prendere per sé questa prerogativa, compensando lo scippo con il conferimento all'ente di un altro potere non indifferente, quello di stabilire gli slot, cioè i diritti di decollo e atterraggio, che sono il vero tesoro delle compagnie.

Traffico INTERNAZIONALE DI Birgi (Gen-Ott 2006): 4.802 passeggeri.

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