IL TEATRO? SOLO UNA FAVOLA!

Nicolò CausiTRAPANI – Negli scorsi giorni, con un abile manovra di finanza creativa, il Consiglio comunale di Trapani ha salvato l’Ente Luglio Musicale. Naturalmente il Consiglio non ha fatto altro che ratificare la volontà del sindaco di Trapani, avv. Girolamo Fazio. Che guarda caso nel salvare, coi soldi pubblici, il “Luglio” non ha fatto altro che salvare se stesso, nella qualità di Presidente dell’Ente. Un bel conflitto d’interessi. A denunciare la cosa il “solito” solitario consigliere di Italia dei Valori, il dott. Nicolò Causi.

Nel suo comunicato, che sui giornali è finito tra le “brevi” naturalmente, il consigliere Causi precisa proprio come “il Consiglio d’Amministrazione dell’Ente stesso può tirare un sospiro di sollievo, per ora i libri contabili non finiranno in Tribunale da dove sarebbero emerse le reali responsabilità degli amministratori”.

In particolare il Tribunale avrebbe indagato “sulle cause che hanno portato al disastro economico finanziario dell’Ente il cui disavanzo dichiarato al 31 dicembre 2007 ammonta ad euro 1.081.000” e “sulle responsabilità degli amministratori nel caso non abbiano rispettato i limiti fissati dal mandato ricevuto” prevedendo, in tal caso, per gli Amministratori (il sindaco), l’essere “chiamati a rispondere dei danni causati con il patrimonio personale”!

“Praticamente – spiega TeleSud – il Consiglio ha dato il via libera alla vendita del 72,9 per cento di Palazzo Lucatelli al Luglio Musicale al prezzo di 729 mila euro, grazie ad un contributo dato dallo Stato all’Ente previsto da una legge nazionale con l’obiettivo di realizzare il teatro. Con queste somme l’Ente comprerà dal Comune di Trapani più della metà della proprietà del Palazzo. E con le somme incassate l’amministrazione comunale ripianerà il deficit del Luglio Musicale procedendo ad una sorta di aumento di capitale”.

Insomma “finanza creativa”! Io compro da te coi soldi di terzi, ma tu mi restituisci i soldi!

Ma il consigliere Causi non si ferma a denunciare queste responsabilità amministrative. Va oltre. Si domanda (e domanda, ma chi dovrebbe rispondere, il sindaco, non sa rispondere): “Se in tanti anni [la delibera di destinazione a Teatro dell’ex-Ospedale è dell’inizio 2005, NdR], non si è mai riusciti ad ottenere un solo euro di finanziamento per la ricostruzione del teatro Garibaldi o per la ristrutturazione del Palazzo Lucatelli e considerato che, purtroppo, si va verso tempi sempre più difficili, in cui i settori della cultura e dello spettacolo sono penalizzati, come potrebbero le cose cambiare a breve?

L’atto deliberativo sembra, allo stato dei fatti, più una scialuppa di salvataggio per gli amministratori che un serio progetto per la realizzazione di un teatro.

Il futuro ipotizzato nella delibera vede un Ente tornato agli antichi splendori, ed in più gestore e comproprietario di un teatro da far sorgere sulle ceneri di Palazzo Lucatelli, è una favola a cui tutti vorrebbero credere, ma purtroppo, da tempo sono finiti i giorni dell’infanzia”.

Che il Teatro Lucatelli fosse una “favola” noi l’avevamo scritto, su La Voce Indipendente il 16 gennaio 2006, quando titolavamo “OPERA? SOLO UN SOGNO”. Riportavamo che “qualcuno in aula ha parlato di un teatro pronto nel giro di … 15 anni!”.


La spesa – riportavamo –, che il progettista professore Rocchi di Roma cita in 25 milioni di euro, è indicata al netto degli arredi. In aula Braschi e De Santis, a polso, hanno quantificato tali altre spese in ulteriori 25 milioni di euro! Quindi per avere il teatro operante – poi ci sarà da far fronte alle enormi spese di gestione della struttura – ci vorranno, quindi, oltre 50 milioni di euro!”

Precisavamo, inoltre, che il Lucatelli non era idoneo per il Teatro poiché: “Francesco Braschi, presidente del Luglio Musicale, ha lamentato che secondo il progetto si potranno fare sol "opere liriche ridotte". Quindi niente Aida, per esempio”.

“Per rimanere con i piedi per terra ed evitare voli pindarici, ai trapanesi è necessario dire conclude Causiche l’Ente con quanto verrà svincolato (729.000 euro) potrà sopravvivere ancora (non si sa fino a quando) se anziché inventarsi trovate fantasiose o finanza creativa” si avvi un “necessario un serio programma di risanamento e sviluppo che non potrà prescindere dall’incremento dei ricavi derivanti dalla vendita di biglietti e/o abbonamenti; dalla razionalizzazione delle spese;da un programma lirico e spettacolistico che tenga conto delle effettive risorse disponibili”.

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