L’AUTORITA PORTUALE CHE VERRA’ … FORSE.

sen. Antonio d'Alì

sen. Antonio d’Alì

TRAPANI – Seppur se si domandi al trapanese medio cosa sia l’Autorità Portuale (ed Altratrapani l’ha fatto: qua il VIDEO DELL’INCHIESTA) è certo che non sappia rispondere, è pur vero che la stessa, nell’immaginario collettivo, rimandi alle famose regate degli Act della Luis Vuitton Cup del 2005. Quindi la «notizia» di una possibile riapertura della stessa ha, indubbiamente, inondato di interesse la cittadinanza. Nella realtà le cose non stanno come si dice. La stampa di regime trapanese s’è, ovviamente, limitata a riportare i comunicati del sen. D’Alì senza indagare o cercare di capire. Noi vorremmo, per quanto possibile, colmare la lacuna.

LA NOTIZIA. Il Consiglio dei Ministri del 17 settembre ha approvato il decreto di riforma della legge 84/1994, che regola l’attività e l’amministrazione dei porti. L’atto passa al Parlamento per il dibattito, le eventuali modifiche e l’aventuale approvazione.

LA NOTIZIA PER TELESUD. Per Telesud, edizione del 17 settembre: «Trapani è tra le città che avranno l’autorità portuale». Naturalmente «l’inserimento di Trapani tra i porti destinati ad avere l’Autorità Portuale è frutto di un emendamento proposto dal senatore Antonio d’Alì nel disegno di legge andato all’esame dell’esecutivo».

LA REALE NORMA IN DISCUSSIONE. La riforma dell’ordinamento portuale in discussione in Parlamento NON prevede, in realtà, la re-istituzione dell’Autorità Portuale a Trapani. La riforma prevederebbe che «i porti marittimi si dividono in: a) porti di interesse nazionale; b) porti di interesse regionale». Quindi si preciserebbe che «i porti marittimi di interesse nazionale sono amministrati dalle autorita` portuali» e che con «deliberazione del Consiglio dei Ministri» saranno individuati i Porti di rilevanza nazionale e quindi sede di Autorità Portuale. E’, indubbiamente, lecito pensare che Trapani rientri in tale categoria, quella nazionale, dei Porti. Già solo perché oggi ne fa già parte. La sostanza? La notizia di Telesud è vera (Trapani sarà sede di nuovo di Autorità Portuale) ma molto semplicizzata solo al fine di far credere un «interessamento» del senatore d’Alì per l’ottenimento del «favorevole» provvedimento. Si ricorda che il potere di legiferare è del Parlamento non certo del Governo. Quindi parlare di «emendamenti» del senatore d’Alì, come suggerisce Telesud, è tecnicamente improprio.

L’ITER DI APPROVAZIONE. «Ora l’iter procedurale prevede il ritorno in aula, tanto al senato, quanto alla camera», ricorda Telesud, assicurando però che «L’istituzione della Autorità Portuale di Trapani si può comunque considerare in dirittura d’arrivo». I tempi reali, calendario alla mano, per vedere la realizzazione del progetto? metà-fine 2011, se tutto va bene.

I RISVOLTI: CHI COMANDA. «Il nuovo disegno di riforma dei porti snellisce le procedure per i piani regolatori e per la nomina del presidente dell’Authority», annuncia il Governo. Col nuovo testo, infatti, cambia il sistema di nomina del presidente dell’Autorità Portuale, che sarà fatta dal ministero delle Infrastrutture su indicazione della Regione e non piu’ dagli Enti locali in concerto fra loro, come in passato (Comune, Provincia e Camera di Commercio). Il presidente sarà quindi piu’ «staccato» dal territorio. Se ciò sia un bene o un male non lo sappiamo. Anche per il Piano Generale del Porto, ovvero il documento che traccia i confini delle aree a disposizione del Porto e la localizzazione delle infrastrutture, il Consiglio comunale non avrà piu’ parola. «Sui Piani Regolatori la Regione sarà obbligata a licenziare entro sessanta giorni il testo approvato dal Comitato portuale, per poi passare alla “valutazione ambientale strategica”. I tempi, quindi diventano più certi». Del Comitato fra gli altri fanno parte, comunque, ma in numero minoritario, Sindaco, Presidente della Provincia, Presidente della CCIAA.

I RISVOLTI: CHI PAGA.
Per funzionare le Autorità Portuali hanno bisogno di denaro. Per poter, ad esempio, pagare i dirigenti, gli impiegati, i consulenti, i locali, i servizi (luce, telefono ecc) e, se bastano i soldi, anche svolgere la manutenzione ordinaria e straordinaria dei porti (ad esempio i famosi dragaggi dei fondali). Il decreto, però, non comprende la destinazione del 4% dell’Iva prodotta dagli scali ai bilanci dei porti stessi, per come in un primo momento si era prospettato, un provvedimento che probabilmente è stato bloccato dal ministero del Tesoro. Di conseguenza, in atto, le Autorità Portuali non hanno autonomia finanziaria. «Manca l’autonomia finanziaria e neppure troviamo alcun accenno a come lo Stato intenda fornire risorse economiche ai porti», ha commentato il presidente dei Assoporti, Francesco Nerli che, in sostanza boccia il provvedimento.

Quanto sopra precisato è tutto da vedere quanto sarà utile l’Autorià Portuale a Trapani. Di certo non sarà la «panacea» di tutti i mali.

FONTI:
– SITO GOVERNO (E NON SI PARLA DI TRAPANI)
– L’ANNUNCIO DI TELESUD DEL 17 SETTEMBRE 2010
– TRASPORTO EUROPA
– TRASPORTI ITALIA
– ANCORA SU TRASPORTI ITALIA
– TRAVELNOSTOP

Potrebbero interessarti anche...