Sicilia: 0,12% docenti positivi al Sars

« La scuola è uno dei luoghi di lavoro più sicuri, almeno rispetto alla diffusione del coronavirus Sars-Cov-2. Il dato emerge dal rapporto pubblicato ieri dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia ». La notizia è diffusa da Natale Salvo, delegato del sindacato CUB della provincia di Trapani.

« In Sicilia, su un totale di quasi seicentomila alunni e di circa 83.000 docenti e collaboratori scolastici, infatti, coloro che sono risultati positivi al virus Sars rappresentano solo lo 0,15% dei ragazzi e lo 0,12% del personale scolastico », precisa Salvo. « In particolare – continua –, nella settimana dal 4 al 10 ottobre 2021, gli alunni risultati “positivi” ai tamponi nell’intera regione sono stati 908, equamente divisi per ogni grado d’istruzione ( infanzia, primaria, secondaria di I e II grado ), 79 erano invece i docenti risultati contagiati, e 21 gli ATA ».

Contagi Sars: numeri che svelano l’inutile allarmismo

« I dati, peraltro in diminuzione rispetto lo scorso anno scolastico – commenta il delegato del sindacato CUB di Trapani -, dallo 0,39% allo 0,12% tra i docenti, risultano evidentemente irrisori rispetto a tutti gli allarmismi di questi mesi e al discredito diffuso ad arte contro il personale scolastico. Siamo stati ingannati da una campagna di propaganda del governo utile solo a distrarre dai reali problemi del paese e della scuola: personale insufficiente per evitare le “classi pollaio”, il precariato, i salari insufficienti, scuole spesso senza sicurezza sismica ».

Il Green Pass si mostra inutile nel contenimento del Sars

« I docenti e i collaboratori scolastici tutti, vaccinati o meno, tuttavia, nonostante gli insulti, e la loro criminalizzazione, hanno profuso il proprio impegno al fine di garantire il diritto all’istruzione degli alunni. L’odioso ricorso da parte del governo al “green pass” non ha avuto alcun effetto sulla “sicurezza”! Nessuno può garantire che i 79 docenti contagiati in Sicilia non fossero essi stessi vaccinati. D’altro canto, il “green pass”, come oramai noto, non ha alcuna validità scientifica ma rappresenta una scelta politica e solo un costo economico, fisico e di tempo finalizzato a estorcere un “consenso” al vaccino che non sia libero come invece previsto dell’articolo 5 della Convenzione internazionale di Oviedo sottoscritta pure dall’Italia nel lontano 2001 », conclude Natale Salvo.

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