Brussels: La sanno vendere bene

Brussels, 8 Luglio 2014 – Eccoci appena tornati da una breve permanenza a Brussels, capitale belga e sede del parlamento europeo, con la voglia di condividere la nostra esperienza.

La prima cosa che ci viene da dire su Brussels è:una città che non ha nulla di particolare, ma che sa vendere bene il suo nulla”. D’altro canto la storia dei Belgi, o sarebbe meglio dire dei Valloni e dei Fiamminghi (già entrambi i due popoli, fino al 1830, sudditi del re dei Paesi Bassi), è una storia di commercianti.

LE “ATTRAZIONI” TURISTICHE DI BRUSSELS

D’altro canto anche il sito 10cose.it, nell’elencare le 10 cose da vedere assolutamente a Brussels … si ferma a 6: La Grand Place, l’Atomium, il Museo delle Belle Arti, il Museo del Fumetto, L’Ilot Sacre, il Mannequin Pis.

Se poi, si va a vedere cosa sono queste attrazioni turistiche si scopre: che l’Ilot Sacre non è altro che un’area commerciale, alle spalle della Grand Place – la piazza principale cittadina -, che si snoda, in parte, dentro una Galleria coperta (Saint-Hubert Galleries, dove si trovano negozi di cioccolatteria, prevalentemente), e, in parte, in una viuzza (Rue des Boucher) che taglia la Galleria in due. Nella viuzza un susseguirsi di ristoranti economici e qualche birreria.

Il Mannequin Pis, poi, non è altro che la statuetta, pure piccolina, che rappresenta un bambino nell’atto di urinare. Una statuetta alla quale, spesso, in particolari evenienze, vengono fatti “indossare” dei vestitini.

La Grand Place è sicuramente il luogo centrale della Città, su di essa si affacciano una serie di palazzi storici, ottimamente conservati, dalla caratteristica architettura. Belli a vedersi, certamente. Anzi incantevoli. Ma dopo la … guardata, qualche minuto, qualche foto, che resta? Visitare, il mercoledì e la domenica, il Palazzo di Città, il Municipio, o, in lingua francese, l’Hotel de la Ville. Qui, con 5 euro, possiamo visitare la sala dove si riunisce, tuttora, il Consiglio Comunale, poi la Sala Giunta e, infine, la Sala Ricevimenti e la Sala Matrimoni. Sicuramente, artisticamente, molto interessanti.

Sulla visita al Museo delle Belle Arti, al Museo dell’Arte di Fine Secolo, al Museo d’arte Contemporanea e al Museo Magritte – che poi si tratta di un unico immobile -, visitabili con un biglietto cumulativo da 13 euro (più 4 euro per chi vuole l’audioguida) stenderemmo un velo pietoso. Ottima la struttura, certo. Ma nel Magritte mancavano molte delle principali opere del “particolare” autore surrealista René Magritte, probabilmente in giro per altri musei del mondo, e nel Museo delle Belle Arti non abbiamo apprezzato alcuna opera pittorica di particolare notorietà.

L’Atomium, una singolare struttura che rappresenta l’elemento del ferro, raggiungibile dopo un paio di cambi di metropolitana, non l’abbiamo visitato. Anche lì, di norma, dopo aver pagato una decina d’euro, si possono osservare delle mostre.

BRUSSELS VENDE BENE … ARIA FRITTA

Quel che vende, in sostanza, Brussels è il turismo enogastronomico. Le bevande e le cibarie della capitale belga, sostengono loro, sono uniche. Certamente abbiamo mangiato, nella semplicità, bene. E bevuto altrettantemente bene. Ma sostenere che un piatto di cozze alla marinara (cozze con sedano e scalogno bolliti), un piatto di patatine fritte, dei cioccolattini, dei waffle siano unici solo perchè preparati a Brussels ci sembra una grande “forzatura”.

I brussellesi, tuttavia, sostengono che le loro patatine non sono patatine (emulando un po Magritte, in questo) ma “frits”, i cioccolattini non sono cioccolattini ma “truffles”, i waffle non sono normali waffle ma dei “gaufres”, le cozze non sono normalissime cozze bollite ma delle “Moulles”. E la loro Birra? Anche quella è unica. Hanno pure quella fermentata con … l’aria di Brussels, la Lambic: eccellente quella alla fragola, la “Kriek”. Grazie a queste “unicità” enogastronomiche sanno attirare i turisti. E le sanno vendere. Il Cioccolatto va anche a 60 euro al chilo, un piatto di cozze a 12-14 euro, una “gaufre” ricoperta con panna, fragole e scaglie di cioccolatto anche 9 euro.

Noi, anche qui a Trapani, in sostanza, tanto dal punto di vista artistico che enogastronomico, abbiamo molto più da “vendere” ai turisti: dai nostri vini ai coralli, dai cannoli alle cassate, dal sole alle spiagge.

Purtroppo, semplicemente, non sappiamo vendere: chi, nel tempo, abbiamo messo alla guida dell’Amministrazione non ha mai saputo veramente “vendere” Trapani. E ne paghiamo le conseguenze: Ryanair porta quasi 7 milioni di visitatori a Brussels, un milione solo, invece, a Trapani.

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