Trapani: si parla di D’Alì e Massoneria, i giornali vanno a ruba

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Tutti i segreti della Massoneria siciliana”. “Il Gran maestro svela i segreti della Massoneria”. “Massoneria, Trapani trema. Tutti i verbali di Fondacaro”. “Massoneria e potere. Le rivelazioni choc”. Sono alcuni degli articoli di stampa che sono all’attenzione dell’opinione pubblica in questi giorni.

Gente che gira da edicola in edicola a chiederne una copia. Ma il mensile, numero di settembre 2016, è “esaurito”. Stiamo parlando di “S” diretto da Francesco Foresta che fa parte dello stesso gruppo editoriale del quotidiano web LiveSicilia.it

Su suggerimento dell’edicolante di fiducia ho acquistato anch’io il periodico e, ora, letti i contenuti “sensazionalistici” sono pronto a farvene partecipi.

Innanzi tutto svelo un “segreto”: su “S” non c’è scritto nulla di nuovo, anzi dico di più non c’è scritto proprio nulla. Diciotto pagine di nulla. 3 euro, i miei, gettati alle cosidette “ortiche”.

Due assoluzioni al senatore Antonio D’Alì non bastano?

Il giornale, in definitiva, sembra utile solo ad un paio di cose: vendere più copie e, con l’occasione, cosa che non guasta mai, “mascariare” il senatore Antonio d’Alì.

Tante le foto di personaggi legati alla politica che sono pubblicate nell’articolo: da D’Alì a Cuffaro, da Giammarinaro ad Andreotti. Negli stessi articoli campeggiano le foto di noti personaggi condannati per “mafia”: dal medico Giuseppe Guttadauro sino al superboss Matteo Messina Denaro.

Un accostamento che vuole trasmettere un chiaro messaggio. La foto di copertina con D’Alì a fianco a Matteo Messina Denaro è, quantomeno, di pessimo gusto.

Solo poche righe, negli articoli, per dire che il senatore D’Alì è stato due volte assolto, in primo grado ed in appello, dalle accuse di “concorso esterno in associazione mafiosa”, in ultimo lo scorso 23 settembre, respingendo il castello accusatorio prospettato dal procuratore generale Gozzo.

Il senatore Antonio D’Alì sarebbe un massone? Embè?

s-su-massoneria-a-trapani-daliPoi gli “affondo” del giornalista Rino Giacalone, le chiare allusioni: «Fondacaro – scrive Giacalone – ha raccontato che nel 2000 ebbe meglio a conoscere la loggia massonica “La Sicilia”, e lì ebbe presentati alcuni aderenti: il senatore D’Alì l’ho avuto presentato come massone».

La costruzione della frase non mi sembra felice: non chiarisce se D’Alì apparterrebbe a questa presunta loggia “La Sicilia” o ad un’altra delle tre logge “ufficiali” con sede a Trapani ovvero “Giuseppe Mazzini”, “Rinnovamento” e “Giuseppe Garibaldi”.

In atto, non spiega il giornale, in Italia, la Massoneria, e i suoi circoli locali (dette “logge”), è assolutamente un’associazione lecita che persegue scopi – come Associazione – leciti, prettamente di natura “esoterica” ovvero di studio di “antichi misteri”.

Certo Giacalone ci fa sapere che «la loggia segreta “La Sicilia” … sembra essere la restaurazione della più famosa loggia segreta trapanese della Iside 2 …». Non precisa, però, il giornalista, quali atti giudiziari, quali indagini, quali fonti, quali prove concrete starebbero alla base del suo … “ragionamento”, della sua “convinzione”. Ne spiega Giacalone, quali reati, avrebbe compiuto questa loggia “La Sicilia”, o i suoi aderenti “politici”, qualora fosse realmente esistita e quando li avrebbe compiuti, 10, 15 o 20 anni fa …

Quindi qual’è l’utilità della “rivelazione” del giornalista Giacalone? “Cui prodest”?

Il senatore Antonio D’Alì avrebbe avuto i voti di Giammarinaro

s-su-massoneria-a-trapaniGiacalone, però, tira dritto e parla di «dichiarazioni dirompenti» di questo tal sig. Fondacaro. Quali? Non le sappiamo perchè coperte da degli “omissis” che nascondono “indagini ancora in corso” ma che comunque, sempre per il giornalista trapanese di “S”, «fanno intravedere … » cosa lo sa lui.

Di “certo”, per modo di dire ovvio, – secondo la parola di Fondacaro – c’è che «... Giammarinaro nel tempo ha dato indicazioni elettorali anche per D’Alì ...» cosa che, di per sé, non mi risulta essere un reato. Ma ancora «Fondacaro ha accennato al sostegno elettorale che Giammarinaro avrebbe garantito ad Eleonora Lo Curto quando questa si candidò a deputato regionale …».

Che l’ex-deputato regionale democristiano salemitano Pino Giammarinaro non sia da annoverarsi fra gli “stinchi di santo” è cosa nota a tutti, anche a quelli che lo hanno frequentato fino a poco tempo fa (gli UDC) o lo frequentano tutt’ora (area  PD?). L’enciclopedia online Wikipedia ne tratta un ampia biografia e anche io sul mio blog il 6 marzo 2008 (“Guai giudiziari per Giammarinaro”), l’1 maggio 2008 (“Questione morale e UDC”), il 31 maggio 2011 (“La politica ed i cattivi maestri”).

Insomma le “rivelazioni choc” proprio non ci sono e, a mio avviso, mai ci saranno.

Le copie di “S”, però, sono andate tutte esaurite dalle edicole di Trapani.

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